Lo ha ammesso lui stesso una volta: «I’m a gaffe machine». Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden non manca di autoironia in merito al fatto che nel corso degli anni ha inanellato diverse figuracce fra lapsus e frasi ritenute inopportune. Un aspetto che però preoccupa non poco gli americani a fronte di una possibile rielezione nel 2024 dell’inquilino della Casa Bianca, già avanti con gli anni.
L’età sta sfidando Joe Biden: il presidente degli Stati Uniti ha 81 anni e tre mesi, ne aveva 78 quando è entrato alla Casa Bianca dopo aver battuto Donald Trump col maggior numero di voti della storia, oltre 81 milioni, e con il record di più anziano presidente mai eletto, un elemento di forza e uno di fragilità. Secondo una rilevazione condotta da Abc News/Ipsos, l’86% degli interpellati ritiene che il presidente degli Stati Uniti, 81 anni, sia troppo vecchio per un secondo mandato. Questa cifra comprende anche il 59% di interpellati che pensano che anche Donald Trump sia troppo vecchio con i suoi 77 anni per tornare alla Casa Bianca.
Il sondaggio è stato condotto dopo la pubblicazione del rapporto del procuratore speciale Hur sui vuoti di memoria del presidente Biden, e suggerisce che l’età continuerà a essere un fattore chiave nelle elezioni del 2024. Quello che Hur sostiene è che il declino cognitivo di Biden sia talmente marcato da renderlo ingiudicabile. Sulla vicenda si gettano i Repubblicani, che non aspettavano occasione migliore. Una deputata di New York, Claudia Tenney, invoca l’applicazione del 25° emendamento e chiede la rimozione di Biden «per incapacità». E ci pensa il governatore della Florida Ron DeSantis a tirar fuori la questione più spinosa, quella del nuclear football, la valigetta con i codici nucleari che il presidente porta con sé. «Non è in grado di reggere un processo, può gestire i codici nucleari?», si chiede DeSantis.
La questione, per la maggioranza degli americani, non è ovviamente quella dei codici nucleari. Il tema è più generale. Biden avrà, al momento del voto, 82 anni. Ne avrebbe 86, nel caso portasse a termine un secondo mandato. Può un uomo così anziano, già chiaramente segnato, sostenere altri quattro anni alla Casa Bianca? Anche i media democratici come il New York Times si pongono la domanda. Biden ha confuso Emmanuel Macron con François Mitterrand, definito «presidente della Germania». Ha anche spiegato di aver incontrato nel 2021 Helmut Kohl (era Angela Merkel, Kohl è morto nel 2017). Sempre grazie a Biden, Abdel Fattah Al-Sisi, presidente egiziano, si è miracolosamente trasformato in presidente del Messico. E come dimenticare quando, a un convegno, il presidente ha chiesto «Jackie, dove sei?», con riferimento alla deputata Jackie Walorski, morta in un incidente stradale qualche mese prima.
La questione dell’età è chiara anche al cerchio più ristretto dei collaboratori di Biden. Ma il problema per i Democratici, a questo punto, è come se ne esce? E se ne esce, paradossalmente, ancora con Joe Biden. Non c’è infatti al momento alcuna possibilità che Biden venga rimpiazzato. Le primarie sono in corso. Biden non ha rivali. Nessuno, nel giro di poche settimane può raccogliere milioni di dollari e mettere in piedi una struttura in grado di sfidarlo. Ci sarebbe un’altra possibilità. Il presidente potrebbe essere invitato a fare un passo indietro dal suo stesso partito prima della Convention di Chicago. Anche questa è fantascienza. I Democratici ne uscirebbero politicamente devastati. Significherebbe ammettere che hanno tenuto alla Casa Bianca un signore anziano, con problemi mentali, e che lo hanno anche ricandidato.
Biden è del resto sicuro di poter sconfiggere Trump e non farà mai e poi mai quel passo indietro. Non c’è alternativa a Biden. A meno di eventi clamorosi, sarà Biden il candidato democratico. Ma la questione dell’età non è nuova e quello che gli americani dovranno fare il 5 novembre non è tanto esprimersi sull’età di Biden, quanto se farlo continuare ad essere l’alternativa a Donald Trump.