Nuovi incentivi alle imprese per evitare i licenziamenti e creare nuovi posti di lavoro. Tra le proposte del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per il nuovo decreto Sostegni bis c’è anche il “contratto di rioccupazione” per spingere le assunzioni con contratti a tempo indeterminato, in vista della ripresa dei licenziamenti dal primo luglio. Il nuovo contratto si applica a tutti i settori, prescinde dall’età dei neoassunti ed è legato alla formazione. Prevede uno sgravio del 100% dei contributi per i sei mesi di prova, compatibile con gli incentivi esistenti, che si restituisce se poi non scatta l’assunzione stabile.
Il “contratto di rioccupazione” non ha limiti di età, ma gli sgravi che lo strumento introduce saranno cumulabili con quelli destinati solo ai giovani e già a disposizione delle aziende. Ciò significa quindi che i sei mesi di sgravi potranno aggiungersi all’esonero contributivo del 100% già previsto per i datori di lavoro privati che nel biennio 2021-2022 assumono (o stabilizzano) giovani di età inferiore ai 36 anni. L’esonero dura oggi 36 mesi – aumentati a 48 mesi se l’assunzione avviene in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna – e ha un tetto massimo di 6 mila euro annui. Aggiungendo altri sei mesi si arriva quindi a tre anni e mezzo di sgravi, che diventano quattro e mezzo nelle regioni menzionate sopra.
Nel pacchetto vengono anche rafforzate due misure per incoraggiare le staffette generazionali nelle aziende. L’integrazione di stipendio per le ore di lavoro tagliate dal contratto di solidarietà sale dal 60 al 70%, se l’azienda che l’adotta registra un calo di fatturato del 50% e si impegna a mantenere i livelli occupazionali. La soglia di accesso al contratto di espansione poi scende da 250 a 100 dipendenti. Si amplia così la platea di imprese che possono usare questo contratto per diminuire le ore o favorire scivoli verso la pensione.
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Incentivi ad hoc infine per i settori più colpiti dalla pandemia: commercio e turismo. Godranno di una sgravio al 100% sui contributi se riconfermano i lavoratori usciti dal lungo periodo di Cassa integrazione Covid, anziché licenziarli. L’obiettivo di queste misure – chiariscono dal ministero del Lavoro guidato da Andrea Orlando (Pd) – è quello di «scongiurare un impatto fatale sull’economia» dopo la fine del blocco dei licenziamenti e in attesa della riforma degli ammortizzatori che arriverà in autunno.