Avevamo sperato che, con il passare del tempo e con l’arrivo delle nuove varianti, certe espressioni come “lockdown” o “zona rossa” appartenessero al passato. E invece, purtroppo, eccoci di nuovo a fare i conti con un governo che marcia spedito verso il ritorno delle vecchie restrizioni, sottolineando ogni giorno come la situazione dei contagi e la pressione sugli ospedali sia preoccupante con nove Regioni e province autonome già classificate come “ad alto rischio”.
Secondo i dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute sulla pandemia di coronavirus in Italia l’incidenza dei casi ogni centomila abitanti supera la soglia dei mille in undici regioni e raggiunge quota 1.071. E l’indice di contagio Rt arriva a 1,40. Segnalato anche l’incremento dell’occupazione dei reparti ordinari e delle terapie intensive negli ospedali. In base ai numeri nessuna regione è classificata a rischio basso, 12 sono classificate a rischio moderato (2 di queste ad alta probabilità di progressione), mentre 9 regioni sono considerate a rischio alto (Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Puglia, Umbria, Veneto, Toscana).
Ne approfitta Walter Ricciardi, il consigliere del ministro Speranza, per rincarare la dose sui vaccini: «Solo 1 su 5 di questa platea, meno del 20 per cento, ha fatto la quarta dose. E questo è un problema per loro, perché per anziani e fragili la vaccinazione è un salva-vita. Già ora abbiamo circa 100 morti al giorno, non siamo scesi mai al di sotto dei 60-70. Rischiamo di avere in autunno un’ondata di mortalità tra i fragili veramente dura, con numeri molto più alti di quelli attuali».
Ma l’incremento dei positivi è enfatizzato oltre ogni misura: il modesto aumento che in queste ultime settimane sta caratterizzando i ricoveri di soggetti positivi al Sars-Cov-2 è dovuto al fatto che andando a cercare la presenza di un virus sempre più diffuso è inevitabile registrare una crescita continua di soggetti affetti da altre patologie ma al contempo positivi al Covid. Come infatti sostengono molti medici che operano in prima linea negli ospedali, tra cui gli anestesisti della Società Italiana di Rianimazione (Siaarti), circa l’80% degli attuali ricoverati con il Covid-19 risultano semplicemente positivi al tampone, presentando malattie di tutt’altra natura. Tuttavia, anche i blandi numeri dei ricoveri ospedalieri diventano strumentali per sostenere interessi personali.
La sensazione è che ormai sia solo questione di tempo, con il ritorno alle vecchie restrizioni. Obbligo vaccinale, innanzitutto, con una nuova campagna pronta a partire non appena sarà finita l’estate. E il ritorno alla vecchia “colorazione” delle Regioni: sul punto non c’è ancora una accordo all’interno dell’esecutivo, ma c’è il rischio che a breve gli italiani si trovino nuovamente a fare i conti con zone rosse, arancioni o gialle, a seconda del numero di contagi, e con i conseguenti limiti nelle attività quotidiane. Di sicuro, quello che ci aspetta sarà un autunno difficile.