Non siamo in emergenza. Scienziati e virologi continuano a ripeterlo da settimane: «Il numero di positivi è in aumento, ma non c’è nessuna vera emergenza». Ma è già cominciata la corsa alla quarta dose. Semmai, il vero problema riguarda il fatto che si continua impunemente a effettuare tamponi a tappeto, meccanismo che ovviamente conduce a un aumento spropositato del numero di positivi. Parliamo di persone che mostrano pochi o nessun sintomo, e che andrebbero trattate come normalmente si fa con chi contrae una normale influenza. L’ossessione per il tamponamento di massa sta causando problemi soprattutto alle strutture sanitarie, che perdono il personale in isolamento e devono gestire pazienti che entrano per altre patologie e poi al momento del test scoprono di essere positivi. Diverse proposte in tal senso sono arrivate dalle strutture sanitarie dalle regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria).
Ma allora, viene da chiedersi, perché tanti media hanno già riaperto la corsa al bollettino? La risposta è in quello che ci aspetta nei prossimi mesi, quando si tornerà inevitabilmente a parlare di vaccinazioni di massa. «Omicron dilaga», titola Repubblica. «Contagi record», fa eco il Corriere della Sera. Che poi i numeri siano dovuti ai tamponi a tappeto sembra non importare a nessuno. E soprattutto al ministro della Salute, Roberto Speranza, che è già tornato alla carica sul secondo booster (quarta dose): «Il mio appello soprattutto ai più fragili è di fare subito il secondo richiamo e a tutte le persone di utilizzare la mascherina nelle situazioni a rischio, dove ci sono potenziali assembramenti o situazioni che possono favorire il contagio».
Passano i mesi, cambiano le varianti, ma la ricetta del governo resta sempre la stessa: punture e mascherine obbligatorie. Gli italiani faranno bene a godersi questa breve pausa estiva, prima di un autunno fatto di imposizioni e divieti. E il ministero della Salute si sta preparando a lanciare una iniziativa promozionale in grande stile. Si tratta, spiega il comunicato ufficiale, di una «campagna di comunicazione lanciata dalla presidenza del Consiglio dei ministri e del ministero della Salute, che sarà diffusa sulle reti Rai, sul Web e sui social media». Per l’occasione sarà diffuso un video in cui si può ammirare «un nipote che accompagna la nonna ottantenne a farsi somministrare la quarta dose di vaccino dal medico curante. Il claim e hashtag dello spot, in linea con quello dell’intera campagna vaccinale anti Covid, è. “Facciamolopernoi”». Obiettivo è «aumentare il numero dei vaccinati con la quarta dose, per proteggere la popolazione più fragile dal Covid-19 e ridurre il numero dei ricoveri». Ed è molto interessante la precisazione che si legge nel comunicato stampa ministeriale: «Per ora, le categorie destinatarie della seconda dose booster sono anziani over 80, anziani residenti nelle Rsa, over 60 con condizioni di elevata fragilità, familiari e caregiver delle persone delle categorie destinatarie. Ma non è improbabile che la platea possa venire ampliata a altre fasce della popolazione».
E tutto questo nonostante il flop della terza dose. I dati forniti dall’Istituto superiore di sanità mostrano che perfino il primo booster è piuttosto deludente: l’incidenza dei casi di Covid, a livello della popolazione generale, è pressoché identica in non vaccinati e tridosati, 1,69% contro 1,66. E nella fascia 40- 59 anni l’incidenza del virus è più alta tra chi è stato sottoposto al booster. Ma forse la motivazione per spingere le persone a vaccinarsi è un’altra: come spiegato da Francesco Borgonovo sulle pagine della Verità, lo Stato italiano ha infatti comprato 321 milioni di dosi di vaccino.
Facendo qualche rapido conto, il giornale ha mostrato che le nostre autorità sono pronte «a somministrare 6,48 dosi agli italiani che hanno accettato di fare le prime due iniezioni. Se, invece, contassimo l’intera popolazione, arriveremmo comunque a 5,3». In pratica ci sono un bel numero di dosi in eccesso, almeno due per ogni cittadino. Secondo Il Fatto Quotidiano sarebbero 48 milioni quelle inutilizzate, delle quali 3,3 milioni in scadenza ad agosto. Da qui, l’inevitabile interrogativo: «Non è che ora si spinge sul nuovo booster per consumare le scorte?».