Otto ricoverati positivi al Covid su dieci sono in ospedale per altri motivi. Mentre si affastellano le previsioni più fosche su una nuova ondata della pandemia guidata dalla variante Omicron 5, la Società Italiana di Rianimazione (Siaarti) guidata da Antonello Giarratano spiega che la fotografia dell’emergenza negli ospedali è molto cambiata rispetto a due anni fa. Secondo le prime stime l’80% dei ricoverati in terapia intensiva è lì per altre patologie. Per esempio ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca. E risulta occasionalmente positiva al tampone.
Ma ormai siamo in un vero e proprio delirio sanitario, in cui gli esperti del governo appaiono completamente scollati dalla realtà. E il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli propone per l’autunno una nuova dose di vaccino a tutti gli over 60. Intervistato da Repubblica, che in premessa al pezzo lo ha definito «uno degli esperti più ascoltati dal governo», Locatelli lancia la quarta dose del vaccino. «Occorre stare attenti a non sottovalutare questa fase – ha ammonito l’oncoematologo del Bambin Gesù – il virus può continuare a far male. Per questo motivo oltre ai fragili, occorre vaccinare anche chi ha dai 60 anni in su. Poiché da quell’età c’è un maggiore rischio di sviluppare una malattia grave. Pertanto questi pazienti dovrebbero essere coinvolti nella campagna vaccinale italiana che prenderà il via in autunno».
Una prospettiva agghiacciante, quest’ultima, la quale si porterebbe dietro l’intollerabile riproposizione del Green pass, con eventuale discriminazione di chi non aderisce alla vaccinazione che Locatelli, Brusaferro e il ministro della Salute, Roberto Speranza, continuano a sostenere. Brusaferro, intervistato dal Corriere della Sera, ha dichiarato che «non è corretto sottovalutare il Covid» ma «occorre monitorarlo ed affrontarlo modulando le azioni. Oggi credo che la popolazione abbia imparato a usare precauzioni nelle situazioni a rischio. Però dobbiamo proteggere i fragili e mantenere elevata l’immunità. Noi monitoriamo giorno per giorno, confrontandoci con i colleghi europei per intercettare subito i segnali di allarme anche con attività di sequenziamento dei patogeni».
Ma i numeri di Siaarti sui ricoveri tracciano un quadro ben diverso. «I pazienti che vengono da noi per polmonite da Covid sono molto rari», spiega Giarratano al Corriere della Sera. «La grande maggioranza arriva per altre patologie che compromettono le funzioni vitali. Ad esempio ictus, ipertensione polmonare, insufficienza cardiaca oppure traumi e interventi. Risultano occasionalmente positivi al tampone. In certi casi il virus della pandemia agisce come quelli dell’influenza. Favorisce gli scompensi di persone già molto fragili». Dello stesso avviso è Massimo Antonelli, direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione dell’ospedale Gemelli: «I ricoveri sono limitati e ben distribuiti tra gli ospedali. Il paziente colpito da insufficienza respiratoria grave causata dal Covid non lo vediamo quasi più, in parte grazie alle vaccinazioni che proteggono dai sintomi severi, in parte perché le sottovarianti di Omicron oggi circolanti attaccano raramente i polmoni e si fermano alle prime vie respiratorie».