Uno studio osservazionale pubblicato sul quaderno monografico “Disinfection” solleva nuovi dubbi sui vaccini anti-Covid: nel 94% dei casi nel sangue sono state riscontrate particelle di dubbia provenienza e un’anomala aggregazione dei globuli rossi. A firmarlo sono Franco Giovannini, medico chirurgo specializzato in emodiagnostica microscopica nel centro medico di biodiagnostica Giovannini di Mantova; Riccardo Benzi Cipelli, medico chirurgo specializzato in odontostomatologia di Vigevano; Gianpaolo Pisano, medico chirurgo specialista in otorinolaringoiatria e ricercatore all’università di Unised.
«Dall’inizio della campagna vaccinale numerosi pazienti presentavano gravi e sovrapponibili alterazioni ematologiche», spiega Giovannini in una intervista a La Verità. «Tutti presentano lo stesso tipo di problematiche. Particelle esogene che dentro il sangue non dovrebbero starci. Costantemente le stesse, o comunque con caratteristiche simili, tendono ad assemblarsi nel tempo con atteggiamento “frattale”, ripetitivo e non casuale. Insomma, morfologie sovrapponibili a prescindere dal paziente». Il comune denominatore, secondo i medici, è che a tutti i pazienti sono stati somministrati vaccini Pfizer o Moderna.
Si tratta di una analisi al microscopio in campo oscuro di 1.006 soggetti sintomatici dopo l’inoculo con i due tipi di vaccini a mRna. È una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo, appunto, di un microscopio ottico cui è applicato uno speciale condensatore in grado di evidenziare particolari altrimenti non visibili. Dei 1.006 soggetti analizzati 948, pari al 94% del totale, evidenziavano dopo l’inoculo di vaccini a mRna a distanza di un mese o più, varie alterazioni dello stato di aggregazione dei globuli rossi e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. In 12 soggetti per motivi diversi erano state eseguite analisi del sangue con stessa metodica prima della vaccinazione. Avevano quadri ematologici normali. Le alterazioni trovate dopo somministrazioni di vaccini a mRna rafforzano il sospetto che le modifiche sarebbero da riferirsi in prima battuta ai sieri stessi. Soltanto nel 6% di questi casi sintomatici dopo gli inoculi è stato riscontrato un quadro di normalità.
Nello studio vengono riportati in dettaglio quattro casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell’intera casistica. Sottolineiamo come siano necessari ulteriori studi per definire l’esatta natura delle particelle esogene riscontrate nel sangue anche al fine di individuare possibili soluzioni. «Non si sono mai viste in passato alterazioni di tale entità, di assoluta persistenza, con caratteristiche così singolari, con questa costanza e con particelle esogene aventi morfologie così precise, costanti, ripetitive e ingegneristicamente strutturate», ha evidenziato Benzi Cipelli.
Giovannini descrive le alterazioni come «impilamenti dei globuli rossi. In gergo medico, effetto Rouleaux. Questi normalmente scorrono nel sangue periferico in modo separato. Si respingono addirittura. Un impilamento fisiologico, solo temporaneo, si può riscontrare in situazioni patologiche con febbre, malattie reumatiche o micotiche particolari quali la aspergillosi polmonare. Ma impilamenti massivi così duraturi non li ho mai osservati. Ho addirittura conteggiato fino a 60 globuli rossi impilati», ha spiegato Giovannini. Il motivo è «la potenzialità lesiva della proteina Spike che, associata al campo elettromagnetico potenzialmente devastante indotto da inclusioni presumibilmente grafeniche, scompagina il potenziale Z alterando la dinamica del sangue».
«Il grafene un materiale esogeno che diventa magnetico una volta inserito nel corpo umano. Senza considerare le interferenze elettromagnetiche che a livello cellulare; un giga radicale libero che determina un ulteriore incremento degli stress ossidativi», spiega Giovannini. C’è anche un fenomeno di aggregazione, di alterazione morfostrutturale dei globuli rossi. «È l’effetto magnetico del grafene – spiegano i ricercatori – Aggregati che poi vanno incontro a emolisi. Questi aggregati si distruggono e il loro contenuto si sversa nel sangue aumentando la cascata ossidativa. Talvolta compaiono cluster difibrina, sostanza endogena implicata nel processo coagulativo. Si parla di interazioni magnetiche».