Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, Africa e migrazioni, clima e sviluppo, intelligenza artificiale: questi alcuni dei contenuti del 50mo vertice del G7 che si è aperto ieri a Borgo Egnazia, in Puglia. Sul vertice l’ombra dello scontro tra Italia, Francia e Germania sul diritto all’aborto. L’Ansa conferma: «Nella bozza finale non c’è la parola aborto, menzionati solo i “diritti riproduttivi”».
Non è solo una limatura lessicale. La scelta di stralciare la parola “aborto” dall’ultima bozza conclusiva del G7 appare come una decisione politica. A farlo intuire, tra gli altri, è il ministro Francesco Lollobrigida: «Non so se a un G7 a cui partecipa anche il Papa fosse opportuno, se hanno scelto di non metterlo ci sarà un perché e una ragione più che condivisibile», ha commentato. Dagli ambienti statunitensi trapela irritazione, tant’è che la Casa Bianca, attraverso il consigliere per la Sicurezza nazionale Jack Sullivan, divulga una dichiarazione: «Joe Biden non cede sui diritti, ne parlerà con Giorgia Meloni».
L’Ansa, che ha visionato il draft in anteprima, riporta il passaggio in cui, precedentemente, si parlava di aborto. «Reiteriamo i nostri impegni espressi nel comunicato finale del G7 di Hiroshima per un accesso universale, adeguato e sostenibile ai servizi sanitari per le donne, compresi i diritti alla riproduzione». Nel comunicato del G7 giapponese, invece, la parola “aborto” era esplicita. «Nel testo che verrà pubblicato domani non si fa nessun passo indietro rispetto al comunicato finale del G7 di Hiroshima sul tema dell’aborto e non si è tolto nulla», hanno invece spiegato fonti italiane a margine del vertice parlando di «strumentalizzazione elettorale o post elettorale». Nella dichiarazione finale del G7 che sarà diffusa domani «c’è un esplicito riferimento, un paragrafo rilevante, agli impegni assunti a Hiroshima, che quindi vengono tutti riconfermati. Da dove nasce tutta questa montatura, più o meno strumentalizzata? Nasce dal fatto che quando a tardissima notte si è arrivati alla lettura di quel paragrafo – viene spiegato – c’è stata una proposta di modificare quegli impegni, andando ben oltre quello che c’era scritto ad Hiroshima».
La parola aborto, dunque, nella bozza non compare. C’è, però, un riferimento alla tutela dei diritti riproduttivi della donna. Una definizione vaga, molto meno estesa di quella che avevano proposto Francia e Canada, che si presta a varie interpretazioni. Le parlamentari italiane di Alleanza verdi sinistra hanno avviato una protesta a riguardo: «A questo punto non ci resta che chiedere che la presidente Meloni, nel caso in cui nella bozza finale dovesse essere confermata l’eliminazione, venga a riferire in aula per chiarire se il governo Italiano ha chiesto o meno che l’accesso effettivo e sicuro all’aborto sia citato nelle conclusioni, e se non lo ha fatto per chiarirne le ragioni».
Giorgia Meloni ha sempre detto di non voler toccare il diritto all’aborto, ma di voler «applicare bene la legge 194». «Vogliamo – ha detto la premier – dare alle donne il diritto a non abortire, ad esempio per motivi economici». La ministra per la Natalità, inoltre, ha invece più volte sostenuto che l’aborto non sia un diritto. E la scarsa apertura del governo rispetto all’interruzione di gravidanza è stata ribadita dalla norma che consente ai pro vita di accedere nei consultori. Secondo un sondaggio commissionato dall’associazione Luca Coscioni a Swg, secondo il 62% di chi vota Fratelli d’Italia, il 61% di chi sceglie Lega e il 78% di chi vota Forza Italia l’accesso alla interruzione volontaria della gravidanza è da migliorare, anche per garantire autodeterminazione delle donne. Opinioni, queste, che a Borgo Egnazia non sono entrate.