Il Parlamento europeo ha completato il suo assetto istituzionale a un mese e mezzo dalle elezioni del 6-9 giugno. Le 24 commissioni e sottocommissioni parlamentari hanno eletto i loro vertici. I partiti patrioti e sovranisti sono rimasti isolati, provocando le loro accese critiche. Dei 24 presidenti, due sono italiani: l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro (Pd) alla Commissione Ambiente e l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico (M5s) alla Sottocommissione Questione Fiscali (Fisc).
Le votazioni sono andate come previsto, sulla base del metodo proporzionale D’Hondt e dei negoziati tra i partiti. Ai popolari sono andate otto presidenze; ai socialisti cinque; ai liberali, ai verdi e ai conservatori tre ciascuno e alla sinistra radicale due. Le commissioni più importanti in quanto al numero di membri sono quelle dell’ambiente e dell’industria (90 ciascuna), a conferma delle priorità europee in questa legislatura.
Sono stati eletti quasi tutti i 96 vicepresidenti delle 20 commissioni e 4 sottocommissioni parlamentari, vero fulcro dell’attività dell’istituzione. Per il Partito Democratico ci sono Giorgio Gori (Itre), Giuseppe Lupo (Budg), Matteo Ricci (Tran) e Alessandro Zan (Libe), per Fratelli d’Italia Elena Donazzan (Itre), Alberico Gambino (Afet e Sede), Pietro Fiocchi (Envi), Mario Mantovani (Juri), Giuseppe Milazzo (Pech) e Francesco Ventola (Regi), mentre a Forza Italia ed Europa Verde spetta una vicepresidenza per ciascuno, rispettivamente Caterina Chinnici (Cont) e Cristina Guarda (Peti).
Nella legislatura precedente l’Italia aveva due presidenze di commissione: Affari economici (Pd) e Affari costituzionali (Forza Italia). Nella legislatura attuale avrà una presidenza di commissione (Pd) e una presidenza di sottocommissione (M5s). Forza Italia dovrebbe ottenere la guida della delegazione dei rapporti con la Nato. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, il partito della premier Giorgia Meloni non ottiene cariche particolari, ma una sua esponente, Antonella Sberna, è stata eletta martedì 16 luglio alla vicepresidenza del Parlamento europeo.
Tutto è andato secondo le aspettative, compreso il cordone sanitario intorno al gruppo dei Patrioti, il terzo gruppo parlamentare per numero di eurodeputati, di cui fa parte la Lega a cui non è stato assegnato nessun ruolo di peso. Critiche sono giunte dai partiti più estremisti che in teoria, sulla base del metodo D’Hondt, avrebbero potuto ottenere una presidenza di commissione. In questo contesto, la commissione Trasporti è andata a una esponente popolare, mentre la commissione Cultura sarà presieduta da una deputata verde. In una conferenza stampa, Kinga Gál, una ungherese del partito Fidesz e vicepresidente del gruppo dei patrioti, ha definito il cordone sanitario «oltraggioso e inaccettabile».
«L’oligarchia che gestisce la UE ha davvero tradito la democrazia – ha aggiunto l’europarlamentare -. Non accettiamo questo accordo vergognoso e utilizzeremo tutti i rimedi legali disponibili, le procedure e i rimedi interni, fino al ricorso alla Corte di giustizia europea”. Ha aggiunto, sul fronte italiano, Paolo Borchia, il capo delegazione della Lega a Strasburgo: «Per attuare il cordone, socialisti e popolari hanno persino dovuto violare il principio di uguaglianza di genere nelle commissioni, assurdo».