«Domani è un altro giorno» per la Germania. Da domani il numero dei giorni trascorsi senza muro di Berlino saranno superiori a quelli passati con quella barriera che divideva in due una città, una nazione, un continente. Oggi è il “Zirkeltag”, il “giorno circolare”: dalla caduta del muro di Berlino è passato tanto tempo quanto la sua durata ed esattamente 28 anni, 2 mesi e 26 giorni. I media tedeschi hanno coniato questo termine e hanno ricordato l’evento con trasmissioni speciali o supplementi. «Se mettiamo un cerchio su una timeline – spiega il Berliner Morgenpost – e prendiamo la distanza tra la costruzione e la caduta del muro di Berlino, girando il cerchio sulla timeline la data che viene fuori è il 5 febbraio 2018. Per questo motivo, il giorno è anche chiamato Circuit Day». Il Zirkeltag è un’occasione per riflettere su due momenti della recente storia tedesca, la costruzione e la caduta del muro di Berlino, potente simbolo del suo tempo, di quella che fu la divisione del mondo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
IL SIMBOLO DELLA GUERRA FREDDA. La costruzione del Muro iniziò il 13 agosto del 1961: la Repubblica Democratica Tedesca aveva deciso di costruire una barriera di cemento per separare la sua capitale, Berlino Est, dalla Repubblica Federale di Germania. La divisione del Paese era stata decisa dopo la Seconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Yalta che prevedeva una organizzazione di Berlino in quattro settori amministrati da Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Unione Sovietica. Negli anni successivi i tre settori controllati dagli stati occidentali divennero sostanzialmente la Germania Ovest, circondata però dai territori della Repubblica Democratica Tedesca. Inizialmente ai cittadini di Berlino era permesso di circolare liberamente in tutti i settori, ma con lo sviluppo della Guerra Fredda i movimenti vennero limitati: il confine tra Germania Est e Germania Ovest venne chiuso nel 1952. Da quel giorno aumento l’attrazione verso i settori occidentali di Berlino. Circa 2,5 milioni di tedeschi passarono da Est ad Ovest tra il 1949 e il 1961. Per fermare questa transumanza la notte tra il 12 e 13 agosto iniziarono I lavori per la costruzione del Muro con l’installazione di palizzate e filo spinato fino alla realizzazione di una impenetrabile muro di cemento lungo 155 chilometri. Oltre duecento persone sono state uccise dalle guardie mentre provavano a oltrepassare questo confine. In cinquemila circa ci riuscirono utilizzando bagagliai con il doppio fondo, tunnel scavati al di sotto del muro e altri stratagemmi per evitare i colpi dei cecchini.

LA CADUTA DEL MURO. La caduta del Muro di Berlino fu un evento che ha dell’incredibile per come si sono sviluppati rapidamente gli avvenimenti in quella notte del 9 novembre 1989. Sono passati 10.316 giorni da quando una semplice parola “unverzueglich”, che significa immediatamente, pronunciata da Guenther Schabowski, portavoce del governo della Ddr, aprì come una formula magica i varchi del Muro di Berlino innescandone il crollo. Durante una conferenza stampa ad una domanda di Riccardo Ehrman, corrispondente dell’Ansa, sulla legge di viaggio Schabowski è impreparato, non ha letto i documenti, e così, solo sfogliandoli, dice che si potrà andare a Ovest senza restrizioni. Ehrman lo incalza: «Da quando?». E Schabowski gli risponde: «Immediatamente». Migliaia di persone scesero, dunque, per le strade di Berlino, superarono i posti di blocco aperti dalle guardie, che a loro volta non sapevano bene cosa fare, e si ricongiunsero con amici e parenti che abitavano dalla parte opposta del Muro. Nei giorni seguenti iniziò lo smantellamento di quel muro di cementi e le immagini di persone che prendono a martellate la barricata, o esultano davanti alla Porta di Brandeburgo, fecero il giro del mondo.
10.316 GIORNI SENZA MURO. Come sono cambiate Berlino e la Germania dalla notte in cui i fratelli, fidanzati, genitori e figli separati varcarono il Check Point Charlie? La Germania fu ufficialmente riunificata il 3 ottobre 1990, ma a 10.316 giorni, oltre 28 anni, di distanza le differenze sono ancora tante. Sia nel reddito, nel tasso di disoccupazione, nello sviluppo della popolazione o nella religione, i vecchi confini tra la Repubblica Federale e la Ddr sono ancora evidenti. E non è solo il reddito medio lordo mensile, intorno ai 3600 euro nei land occidentali e a circa 2700 in quelli dell’Est. O i pensionati dell’Ovest, che hanno in media il 30% in più di pensione dei loro pari età dell’Est. O ancora la disoccupazione, appena poco sopra il 5% a Ovest e quasi all’8% a Est. C’è qualcos’altro che separa ancora le due metà della Germania: dallo sport al modo di vestire, dalle abitudini alimentari alla scelta delle vacanze. Ed anche le percezioni reciproche raccontano molto. Il 34% dei tedeschi dell’Est considera quelli dell’Ovest arroganti e presuntuosi. E in tanti sono quelli che pensano ancora oggi che ci siano profonde differenze di mentalità con i loro connazionali dell’Ovest. Ma a partire da domani, quando Berlino avrà trascorso più tempo senza il Muro che all’ombra di esso, quel processo di riunificazione possa finalmente dirsi completato.