La questione porti chiusi o aperti, dopo i casi Diciotti e Sea Watch, si è fatta cruciale con la situazione libica che rischia di provocare un esodo di persone in fuga dalla guerra. Il premier del governo di salvezza nazionale libico Sarraj ha detto che «dalla Libia sono pronti a partire 800 mila disperati verso l’Italia». E, insieme a loro, si teme anche la presenza di persone poco raccomandabili e perfino di affiliati all’Isis. Per fronteggiare la situazione ed impedire alla Mare Jonio di arrivare in Italia con un altro carico di profughi, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha emanato una direttiva per ribadire alle Ong l’off limits dei porti italiani e ai migranti il divieto di accesso ai nostri confini.
«Le Autorità militari e di polizia destinatarie del presente atto ne cureranno l’esecuzione, a partire da ogni possibile forma di notificazione ed intimazione agli interessati, e la stretta osservanza». Così fonti della Lega difendono il provvedimento del ministro dell’Interno Matteo Salvini che chiede alle forze di polizia di «vigilare» affinché navi come la Mare Jonio della Ong Mediterranea Saving Human «non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa», soccorrendo migranti tra i quali potrebbero nascondersi presunti terroristi. La tesi di Salvini è che l’attività di salvataggio delle Ong non faccia che incentivare gli attraversamenti. Così l’approccio di Salvini è quello di chiudere i porti e impedire l’arrivo dalla Libia di chiunque, negando lo status di «rifugiato». I 5 Stelle la vedono diversamente.
«Con una guerra i migranti diventano rifugiati», aveva detto la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta. «Mettiamo fine a questa storia ridicola, non ho mai detto di aprire i porti, ho evidenziato quel che può succedere con l’inasprimento del conflitto». Con Di Maio che rincara la dose: «Se veramente abbiamo il problema di 800 mila migranti in Italia, di certo non li fermiamo con una direttiva che nessuno ha mai ascoltato, lo dico a Salvini con tutta l’amicizia». «Se vogliamo aiutare l’Italia – ha proseguito con una nuova punzecchiatura all’alleato leghista – molliamo quei Paesi che non accolgono i migranti, invece di allearci con loro, da Orban in giù». Alla Difesa l’irritazione è altissima anche per il presunto «sconfinamento»: la direttiva è stata inviata a polizia, carabinieri, guardia di finanza e costiera, ma anche al capo di stato maggiore della Difesa. E questo fa scattare l’ira dello Stato Maggiore che considera l’iniziativa «una vera e propria ingerenza senza precedenti».
Di qui le accuse di sconfinamento, che Salvini nega: «Siamo tranquillissimi perché il Viminale è la massima autorità per la sicurezza interna. Quindi la direttiva è doverosa, oltre che legittima». E fa sapere che la legge «dispone dell’uso di navi della Marina». «La legge sull’immigrazione, all’articolo 11, attribuisce al ministro dell’Interno la responsabilità di emanare le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana», fanno sapere fonti della Lega. Ed ancora una volta il premier Giuseppe Conte si trova nel ruolo di mediatore tra i due alleati di governo: «Porti aperti sì o no, è una semplificazione bellissima per il pubblico, ma chi la segue può scoprire che la politica italiana sull’immigrazione è molto più complessa».