Per tutta la settimana Fiorello è andato in giro per la città tenendo in bella vista sul petto il pass ufficiale sul quale c’è scritto “Amico del conduttore”. Al posto della foto con il suo volto, una che ritrae lui e Amadeus sorridente che si guardano l’un l’altro. Fiore e Ama. Gli amici miei di Sanremo.
Domenica sera il blitz di Fiorello al gala della stampa al Casinò mentre Amadeus dava il benvenuto ai giornalisti. Ballano e cantano sulle note di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri. Poi il duetto a “Che tempo che fa”, ospiti di Fabio Fazio: gag, goliardia, un pizzico di satira politica. Due amici affiatati, che alla sacralità dell’evento antepongono la risata e il gusto della battuta.
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Lunedì, alle 6.42 del mattino, l’incursione di Fiorello nella stanza di un Amadeus assonnatissimo che gli apre in pigiama. Pantaloni blu e giacca celeste, un pigiama non proprio glamour, che non è passato inosservato allo showman siciliano che ha voluto mostrare l’amico conduttore dalla testa ai piedi, accompagnando il video con sonore risate. Poi la messa in guardia sulle esternazioni pubbliche: «Lo sai che più tardi c’è la conferenza stampa?», chiede Fiorello ad Amadeus che annuisce con gli occhi ancora semichiusi. «Tutti i giorni c’è la conferenza stampa! Ti rendi conto?», chiede Fiorello. Amadeus preoccupato replica: «È tu tutti i giorni mi vieni a svegliare?». E poi aggiunge: «Ti rendi conto in cinque conferenze stampa cosa puoi combinare?», è la battuta finale di Fiorello. Tutto documentato con un video sul profilo Instagram dello showman siciliano.
A mezzogiorno, il fuori programma di Fiorello durante la conferenza stampa ufficiale per la presentazione dell’edizione numero 70 del Festival al via domani. E Fiore si prende la scena, trasformando l’incontro con in un piccolo show, fatto di improvvisazione, aneddoti divertenti, scanzonature: uno scambio di battute che solo chi si conosce da più di trent’anni è in grado di gestire.
Un gioco delle parti nato ai tempi di Radio Deejay e cresciuto con l’impellente voglia di emergere e che ha unito l’alfa e l’omega dello show. Cerimoniere l’uno, scapestrato l’altro, istituzionale l’uno, casinista l’altro, alla propria personale consacrazione, che per l’uno passa da Sanremo, per l’altro dalla libertà di infilarsi in più smartphone possibili.
Prove aperte di Festival, insomma. Una edizione che si svolgerà tra il palco dell’Ariston, il tappeto rosso che attraversa la città ed i social. Fra il piccolo schermo di Rai1 e gli smartphone o i tablet di Raiplay. Uno, Amadeus, il soldatino della tv generalista. L’altro, Fiorello, lo stratega della nuova tv. Il primo pronto a fare un passo indietro, l’altro a occupare la scena da mattatore.
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«Ci conosciamo da 35 anni, Fiorello è come un fratello per me» sottolinea Amadeus. «È imprevedibile, non so ancora cosa farà nei prossimi giorni». E, invece, lo sa benissimo. Lo studiano e lo definiscono nelle riunioni serali, dopo la pennichella di Fiorello, «che si alzerà alle 4 del mattino, ma nessuno gli può togliere il riposino dopo pranzo». Riunioni con il neodirettore di Rai1, che proprio ieri ha sottolineato l’importanza dei «legami stretti» in questo Festival. Vertici nei quali vengono definiti nei minimi particolari gli interventi di Fiorello.
Amici veri Fiorello e Amadeus. Fiorello prima l’ha sdoganato, dandogli l’investitura, camuffata con l’endorsement: «Penso che Amadeus meriti Sanremo». Poi gli ha costruito lo show, servendolo su un piatto d’argento a un Amadeus spalla eccellente. Fiorello sta per riuscire a condurre il Festival senza esserne il conduttore. Scaricando sull’amico Amadeus le ansie degli ascolti, le polemiche sui cast e sui cachet, gli strali politici, gli appelli al boicottaggio lanciati dalle donne.
Quando entra in sala stampa, Fiorello non si aggiunge al tavolo della conferenza stampa, ma affronta la distesa di computer e teste restando tra i giornalisti. Resta dall’altra parte della barricata. «Qui mi sento rilassato, altrimenti non sarei venuto» ammette. «Mi avrebbe messo troppa ansia. Lui – e indica l’amico – lo affronta con più distacco, non fa niente». Amadeus, con lo sguardo del bambino «che è in noi» e con l’orgoglio del presentatore che da vice dei suoi vice diventa il padrone, sembra vivere una fiaba. Come il premier Giuseppe Conte. Come il quasi premier, il quasi leader e il professore con un quasi curriculum, Amadeus è il presentatore ad interim, il “provvisoriamente al posto di”, il “signor nel frattempo” che, a furia di fare le veci, sale la scala e accede al soglio, miracolato che si mette a fare i miracoli.
Amadeus non è Mozart e neppure Pippo Baudo. Ex barista, poi dj, vorrebbe avere il sole in tasca come Fiorello, ma gli manca l’essenziale: la cultura, la simpatia, l’intelligenza vivace, l’ironia. Compensa con la goffaggine e l’entusiasmo nel partecipare a ogni rito sociale, ovvero la sua ansia di “affluire” che era tipica del ragioniere Ugo Fantozzi. Come nel ricordo evocato da Fiorello di una serata anni Novanta in una storica discoteca di Ibiza, quando Amadeus si lasciò travolgere dal clima di allegria salendo sul cubo «senza guardare chi aveva al fianco: due ballerini di un metro e 90, di colore: tutti nudi!», ride “Ciuri Ciuri”, come lo chiama il conduttore del Festival. «E con un “corredo”… importantissimo, che ballonzolava al ritmo» continua a ridere. «Amadeus non si rende conto delle situazioni in cui si viene a trovare».
Diversi, eppure uguali, uniti dalla fede interista, votati alla famiglia, tre figli in due, entrambi hanno toccato con mano il baratro dopo il successo e da lì sono risaliti, l’uno con i quiz, l’altro con gli show del sabato sera, in cerca di quella vera gloria che solo il pubblico, e non i posteri, può regalare. È piuttosto difficile pensare che gli amici Rosario e Amedeo si lasceranno scappare l’occasione di aprire insieme il settantesimo Festival della canzone italiana.