Nel nostro Paese non tutti gli organizzatori di concerti hanno annunciato lo stop, rimandando gli eventi al prossimo anno. Se oltre 100 artisti e 16 tra festival e rassegne hanno riprogrammato sul 2021 l’agenda di lavoro, alcune strutture indipendenti hanno deciso invece di accettare la sfida: «Troveremo soluzioni per concerti con 1.000 persone, magari triplicando le date», ha annunciato Francesco Barbaro di Otr Live, parlando a nome degli artisti del suo team, come Levante, Diodato, Carmen Consoli, Vinicio Capossela e Daniele Silvestri.
In effetti, il Dpcm con le nuove misure per il contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 in vigore dal 18 maggio apre uno spiraglio, sebbene ridottissimo. «Gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto restano sospesi fino al 14 giugno 2020» si legge nel testo. «Dal 15 giugno 2020, detti spettacoli sono svolti con posti a sedere pre-assegnati e distanziati e a condizione che sia comunque assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori, con il numero massimo di 1.000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala».
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Impossibile per molti. Qualcuno, eppure, ha fatto un tentativo, come riportano le cronache del New York Times. A Forth Smith, nell’Arkansas, lunedì scorso gli americani sono tornati ad ascoltare musica dal vivo in una sala da concerto per la prima volta da quando la pandemia di Covid-19 ha staccato la spina all’industria dell’intrattenimento. A esibirsi il bluesinger Travis.
«Penso che questo significhi speranza per molte persone», ha dichiarato al quotidiano americano Lance Beaty, presidente della società proprietaria della sede di Fort Smith, Ark., Temple Live. «Questo è un esperimento, vediamo come funziona».
Il concerto ha offerto un’anteprima di ciò che i fan della musica possono aspettarsi da un’industria che lotta per trovare un percorso nell’era del distanziamento sociale. Si dimentichino le arene e gli stadi che brulicano di fan sudati e urlanti. Adesso i partecipanti al concerto devono acquistare posti in gruppi o quelli che i promotori chiamano “pod di fan” – presumibilmente per un gruppo di amici che si trovano a loro agio insieme – con decine di posti vuoti chiusi su tutti i lati per garantire spazio tra gli estranei. Dei 1.100 posti disponibili, soltanto il 20% era disponibile per la vendita.
I tour programmati di superstar come Taylor Swift, Pearl Jam, Dua Lipa, Black Keys e Bob Dylan rimangono sconvolti, ma Dave Poe, promotore di concerti con sede a New York e co-fondatore della Independent Promoter Alliance, ha definito l’evento di lunedì sera «un grande inizio per il settore». Molti fan hanno dichiarato al New York Times di essere pronti per una parvenza di vita normale, anche se la pandemia di coronavirus ha «fatto questo concerto come nessun altro al quale abbiano mai partecipato». Per Daniel Neathery, 33 anni, la nuova normalità significa dover comprare sei biglietti – 20 dollari ciascuno – per un intero gruppo di fan, anche se era solo. «Ma è valsa la pena avere un po’ di normalità», ha commentato.
Texas, Missouri e altri Stati stanno riaprendo gradualmente i luoghi di intrattenimento e i bar, con restrizioni. «Con l’economia in crisi e i prezzi dei biglietti così come sono», dice Dave Poe al New York Times, i promotori «mireranno ad avviare realtà più piccole. È un processo regionale e lento a questo punto. Non vedo la possibilità di tour nazionali».
Per organizzare il concerto di Fort Smith è stato necessario reclutare uno staff di una trentina di dipendenti. Steward, indossando maschere, guidavano gli spettatori attraverso corridoi per far fluire il traffico a senso unico. Altri monitoravano i bagni per imporre il distanziamento sociale. Due gli addetti al bar, uno per gestire esclusivamente il denaro, l’altro dedicato al cibo e alle bevande (ma in Italia viene vietato somministrare cibo e bevande durante gli spettacoli). Anche con il “sold out”, l’organizzatore ha detto di aver perso soldi. «Se abbiamo preso questa decisione, non è certamente per denaro», ha sottolineato al giornale.
All’ingresso, ai fan è stata controllata la temperatura e, nel caso non l’avessero, è stata data una mascherina, che erano obbligati a indossarla durante lo spettacolo. Un nastro giallo di avvertimento divideva i sedili di velluto rosso. I lavandini e gli orinatoi del bagno sono stati ordinati in modo che i clienti non si avvicinassero mai troppo. Le frecce sul pavimento guidavano il traffico a senso unico. I punti indicavano distanze di sei piedi. Regole facili da rispettare per un concerto di musica classica o jazz, ma che a prima schitarrata rock rischierebbero di saltare, facendo così fermare lo show.
Il concerto, secondo quanto riporta il New York Times, è stato ostacolato dal governatore locale. Al quale i promoter hanno replicato sostenendo che «se andare a messa in una chiesa o un’assemblea pubblica, non c’è alcuna differenza», ha dichiarato Mike Brown, rappresentante di Temple Live. «Se può essere giusto che un gruppo abbia una riunione pubblica, perché non è giusto che un locale musicale abbia la stessa opportunità?».
Funzionari della sanità dello Stato avevano tuttavia bloccato il concerto, sostenendo che un concerto era più pericoloso perché era più probabile attirare visitatori fuori dallo Stato. Quando i promotori si sono rifiutati di ritirarsi, la scorsa settimana le autorità hanno sequestrato la licenza per i liquori al Temple Live. Dopo aver subito la sconfitta, il Temple Live ha riottenuto la licenza e una capienza di 229 posti per lo spettacolo del lunedì sera.
Il concerto di McCready non significa che l’industria dell’intrattenimento tornerà presto a scoppiare di salute. Il settore è terrorizzato a causa di chiusure diffuse, fatture da pagare e milioni di entrate perse nei rimborsi ai clienti per spettacoli annullati. Audrey Fix Schaefer, portavoce della nascente National Independent Venue Association, ha dichiarato al New York Times di non essere a conoscenza di concerti significativi previsti dai suoi 1.600 membri: «Ci sono alcune persone in luoghi in cui potrebbero riavviare gli spettacoli ma non si sentono pronte, perché vogliono assicurarsi che sia fatto in modo sicuro».