Anche se per ora i vaccini sembrano efficaci su quasi tutte le varianti (la percentuale si abbassa un po’ solo per quanto riguarda quella sudafricana), si fa strada l’idea di aggiornare i vaccini con una terza dose. Le case farmaceutiche ci stanno già lavorando e, soprattutto per quel che riguarda i vaccini a tecnologia Rna, non sembra difficile o troppo lungo modificare il farmaco.
Negli Stati Uniti si valuta la possibilità di ricorrere a una terza dose di vaccino anti Covid dopo nove o al massimo 12 mesi dall’ultima somministrazione. L’ipotesi è stata illustrata dal capo scientifico della task force anti-Covid della Casa Bianca, David Kessler, che ha ipotizzato un richiamo: «a partire dai soggetti più vulnerabili». Mentre è ancora allo studio la durata della protezione dei vaccini, stimata al momento dai Cdc a circa nove mesi, la possibilità che sia necessaria una ulteriore dose oltre al ciclo previsto è stata avanzata anche dall’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla: «Ci sono vaccini come quello contro la poliomielite per cui una dose è sufficiente, e ci sono quelli contro l’influenza per i quali c’è bisogno di una ogni anno. Il virus Covid assomiglia più a quello dell’influenza».
Moderna ha comunicato gli ottimi risultati di efficacia nello studio di Fase II che sta effettuando per un vaccino modificato in funziona della variante sudafricana, ma anche altre aziende sono in fase clinica avanzata su questa ipotesi che potrebbe trasformare la lotta al coronavirus in una prassi molto simile alla stagionale lotta contro l’influenza, con un virus che muta poco e un vaccino che ogni anno viene aggiornato.
Il futuro del virus, schiacciato dai vaccini e dall’immunità di milioni di guariti, si decide in questi mesi. Le varianti possono svilupparsi maggiormente in Paesi, come Israele e la Gran Bretagna, dove il virus «originario» (wild) non riesce più a trovare persone da infettare e quindi deve cambiare, o in Paesi, come il Brasile, dove si diffonde senza contenimento e quindi può mutare rapidamente, visto che il virus può mutare ogni volta che si replica. Importante quindi, soprattutto in questa fase della pandemia, è monitorare l’insorgenza e la diffusione di nuove varianti e attrezzare i vaccini ad affrontarle.