A ventiquattr’ore dalla sparatoria ad Ardea, sono ancora tanti i punti da chiarire sul come e perché Andrea Pignani ha ucciso due fratellini di 10 e 5 anni e un pensionato di 74. Gli investigatori stanno ricostruendo la dinamica del triplice omicidio: il killer di 35 anni è uscito di casa ieri mattina intorno alle 11 probabilmente con la chiara intenzione di uccidere. Indossando una felpa, uno zainetto e dei guanti, avrebbe percorso con la pistola in pugno alcune strade del comprensorio di Colle Romito per poi puntare l’arma contro le prime persone che ha incontrato. A quel punto è tornato a casa dove, dopo aver fatto uscire la madre, si è barricato e poi si è ucciso.
Sebbene fosse stato visto altre volte con una pistola, nessuno dei residenti aveva mai denunciato il fatto alle forze dell’ordine. Sembrerebbe che Pignani avesse già brandito l’arma da fuoco diverse volte prima di uccidere, ma l’unica denuncia a suo carico risulta essere quella a seguito dell’aggressione alla madre nell’ottobre del 2020, minacciata da lui con un coltello. C’era stata una premessa nei minuti precedenti, un fattore scatenante, una lite, un vecchio rancore di vicinato? Una delle voci circolate parlava del battibecco con un uomo di una villa confinante circa la potatura di una siepe o per gli alberi tagliati e non ancora rimossi, ma al momento non trova conferme. Così come sono tutte da verificare le precedenti liti con i passanti o le lamentele per rumori di altri bambini.
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Il presidente del comprensorio Colle Romito, Romani Catini, ha fatto riferimento a ripetute denunce conto Pignani. Questo ha alimentato le voci più disparate anche sullo stato di salute di Pignani. L’unico riscontro certo riguarda il Tso, trattamento sanitario obbligatorio a cui è stato sottoposto nel maggio 2020 dopo l’aggressione con un coltello a sua madre, che ha chiamato i carabinieri. Anche qui resta però da capire dove gli sia stato somministrato il Tso, dato che il sindaco di Ardea, che ha la competenza in materia, non ricorda di aver mai apposto la sua obbligatoria firma a nessun provvedimento di questo tipo. I carabinieri stanno verificando a quale Asl facesse riferimento Pignani, che da Roma si era trasferito ad Ardea dai genitori poco più di un anno fa. E soprattutto cercano di capire se Pignani dovesse seguire un percorso riabilitativo che ha disatteso.
Una tragedia annunciata per deficit di legislazione sul possesso delle armi. A cui si aggiunge l’impossibilità di incrociare le informazioni sullo stato di salute mentale dei detentori di pistole e fucili. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’arma era regolarmente detenuta dal padre di Pignani, morto diversi mesi fa. L’uomo fino al 1986 era stato una guardia giurata poi aveva continuato a detenere regolarmente la pistola. La famiglia si era trasferita nel comprensorio di Colle Romito nel 2019, ma nessuno di loro aveva denunciato il possesso dell’arma alle forze dell’ordine. «Non la trovavamo», avrebbero detto alle forze dell’ordine per giustificarsi.