Centocinquantamila iniezioni in meno nella scorsa settimana. Il primo risultato del taglio di dosi, del 5% su base nazionale dei vaccini a Rna messaggero come Pfizer e Moderna, gli unici ammessi per gli under 60, è una frenata della campagna. Se a questo si aggiunge l’irrilevanza del monodose Johnson&Johnson (che viene usato per sole 4mila somministrazioni al giorno) e l’uso ormai marginale di AstraZeneca confinato agli over 60 il timore è che con le ferie in arrivo il rallentamento possa consolidarsi, anche se l’Italia resta sopra la media di mezzo milione di somministrazioni al giorno.
Le dosi di vaccino ricevute ogni giorno restano sopra le 500mila – come promesso dal generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre l’obiettivo di superare le 600mila e raggiungere anche le 700mila è ad oggi utopia – ma i dati dell’ultima settimana fanno registrare un calo rispetto a quella precedente. Da lunedì 21 giugno a sabato 26 erano state 3.394.437, mentre negli ultimi 6 giorni sono state 3.231.953. La flessione riguarda soprattutto le inoculazioni di Pfizer, mentre resta aperto il nodo dei circa 2,5 milioni di over 60 che ancora non hanno ricevuto alcuna dose.
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La frenata è dovuta a diversi fattori. Le regioni lamentano un calo delle forniture, ma il commissario Figliuolo rassicura che per luglio si tratterà di un decremento contenuto, intorno al 5%. A pesare è anche lo stop di Astrazeneca e Johnson&Johnson per gli under 60 e resta anche l’incognita circa la volontà di molte persone in attesa di ricevere la dose di rimandare in queste settimane l’appuntamento con la prima puntura per evitare che la seconda capiti ad agosto, in pieno periodo vacanziero.
Tutto questo mentre aumentano i timori per la diffusione della variante Delta. L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un nuovo rapporto con i risultati delle indagini sulla prevalenza delle varianti del coronavirus in Italia: basandosi su un campione di 736 sequenziamenti, la stima è che la variante delta riguardi il 22,7% dei casi di positività rilevati, mentre quella alfa (conosciuta in precedenza come “variante inglese”) è scesa al 57,8%. La presenza della variante è riscontrata in 16 regioni con punte di prevalenza al 70,8%.
Ogni regione cerca una strategia. Il Lazio ha segnalato la necessità di far slittare le somministrazioni delle prime dosi di una o due settimane interrompendo le nuove prenotazioni. La Campania segnala una flessione del 38%, ritenuta eccessiva dalla struttura commissariale, sugli approvvigionamenti di luglio. Per questo è diventata prevalente la somministrazione dei richiami, ormai al 90% delle punture, e il contestuale slittamento delle prime dosi. L’Emilia-Romagna sta decidendo lo stop alle prenotazioni fino al 15 agosto per la fascia tra i 20 e i 59 anni: «C’è scarsità di dosi», spiega il presidente Stefano Bonaccini. La Toscana ha deciso di sospendere le prenotazioni per agosto e settembre per almeno una settimana fino a quando non avrà dati certi sulle forniture. L’Umbria ha sospeso le somministrazioni delle prime dosi. Scelta analoga della Puglia che ha spostato tutte le prenotazioni per gli under 50 di almeno una settimana.