Da 10 a 7 giorni: è questo il periodo di quarantena che il ministero della Salute ha deciso per i vaccinati che sono entrati a contatto con un positivo. Chi ha completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni e ha avuto un contatto stretto con un positivo «deve effettuare un periodo di quarantena di almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo». Se non può eseguire il test tra il settimo e il quattordicesimo giorno «si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico».
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Chi ha completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni e ha avuto un contatto a basso rischio «non deve effettuare la quarantena, ma deve continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie previste per contenere la diffusione del virus, quali indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, igienizzare frequentemente le mani, seguire buone pratiche di igiene respiratoria». Per contatto a basso rischio si intende: contatto diretto (faccia a faccia) con un caso positivo ad una distanza inferiore ai 2 metri e per meno di 15 minuti; contatto in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) o viaggio con un caso positivo per meno di 15 minuti; un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso positivo oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso Covid-19; tutti i passeggeri e l’equipaggio di un volo in cui era presente un caso Covid-19.
Chi non è vaccinato o non ha completato il ciclo vaccinale se ha avuto un contatto stretto «deve effettuare un periodo di quarantena di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo». Se non può eseguire un test molecolare o antigenico tra il decimo e il quattordicesimo giorno «si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico». I contatti asintomatici a basso rischio «non devono essere sottoposti a quarantena, ma devono continuare a mantenere le comuni misure igienico-sanitarie previste per contenere la diffusione del virus, quali indossare la mascherina, mantenere il distanziamento fisico, igienizzare frequentemente le mani, seguire buone pratiche di igiene respiratoria».
Le persone asintomatiche risultate positive, «possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone risultato positivo, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare o antigenico con esito negativo». Le persone sintomatiche risultate positive, «possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test molecolare o antigenico con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto)». In caso di riscontro di ulteriore positività al test diagnostico eseguito dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi o dal tampone risultato positivo negli asintomatici, è consigliabile ripetere il test dopo 7 giorni (17° giorno).
Per i «casi positivi a lungo termine che continuano a risultare positivi al test molecolare o antigenico, in caso di assenza di sintomatologia da almeno 7 giorni si può interrompere l’isolamento al termine del 21° giorno». Le autorità sanitarie raccomandano «particolare cautela nell’applicazione di tale criterio nei soggetti immunodepressi, in cui il periodo di contagiosità può risultare prolungato» e di «prevedere un test diagnostico molecolare o antigenico per stabilire la fine dell’isolamento di tutte le persone che vivono o entrano in contatto regolarmente con soggetti fragili e/o a rischio di complicanze».