Una circolare del ministero della Salute torna, una volta per tutte, a fare il punto sull’utilizzo dei test salivari al posto del tampone orofaringeo. Viene precisato che i test antigenici rapidi salivari non danno diritto al Green pass perché «non raggiungono i livelli minimi accettabili di sensibilità e specificità. Inoltre, i test antigenici su matrice salivare sono al momento esclusi dall’elenco comune europeo dei test antigenici rapidi per ottenere la Certificazione verde Covid-19». Insomma: niente possibilità di ottenere il Green pass con i tamponi antigenici su saliva, come era stato chiesto più volte a gran voce dalla Lega. Via libera invece alla certificazione verde attraverso i molecolari salivari.
I test rapidi salivari o “fai da te” attualmente in circolazione hanno una percentuale di affidabilità compresa tra il 53 e il 73%, non raggiungendo dunque un livello di precisione sufficiente per una corretta diagnosi. Diverso il discorso per i test salivari molecolari. Giovanni Rezza, direttore del dipartimento generale della prevenzione, ricorda che «recenti evidenze scientifiche sui test salivari molecolari hanno individuato valori di sensibilità compresi tra il 77% e il 93%, inoltre, alcuni studi condotti in ambito scolastico hanno riportato una elevata concordanza tra i risultati ottenuti con test molecolare salivare e con test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo».
Seppure funzionino, l’impiego dei test salivari molecolari dovrebbe essere limitato a situazioni specifiche. Questo perché «richiede un numero più elevato di passaggi che comportano tempistiche più lunghe per il processamento dei campioni». Per questo, proprio per non sovraccaricare i laboratori di microbiologia regionali «i test molecolari su campione salivare, almeno in una prima fase di avviamento, potranno essere considerati un’opzione alternativa ai tamponi oro/nasofaringei esclusivamente» in alcuni casi: individui fragili e con scarsa capacità di collaborazione, screening dei bambini nel piano di monitoraggio scolastico o comunque in generale in ambito educativo, operatori sanitari e socio-sanitari nel contesto degli screening programmati in ambito lavorativo. Tutti gli altri dovrebbero continuare a utilizzare i testi molecolari o antigenici rapidi orofaringei.
Secondo la circolare ministeriale, ai fini dell’ottenimento del Green pass (che resterà valido per 48 ore dalla refertazione del test o tampone), possono essere impiegati oltre ai test salivari molecolari anche i tamponi antigenici “rapidi”, con una percentuale di affidabilità dell’85% e il cui risultato deve essere confermato da un test molecolare rino-faringeo; e i tamponi molecolari rino-faringei che, con la percentuale di affidabilità del 98%, rappresentano il gold standard internazionale per la diagnosi di Covid in termini di sensibilità e specificità.