Sono diversi in Italia casi di bambini e neonati ricoverati per il virus respiratorio sinciziale con bronchioliti e polmoniti. In Toscana, secondo La Repubblica, sono stati ricoverati almeno 15 bambini, occupando la metà dei posti in rianimazione dell’ospedale pediatrico Meyer. Il Resto del Carlino parla di otto neonati ricoverati nella provincia di Rimini.
Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è un patogeno respiratorio molto comune, che può in realtà infettare l’apparato respiratorio di pazienti di qualunque età, ma colpisce principalmente i bambini nei primi anni di vita e gli anziani. Solitamente questo tipo di virus provoca il raffreddore, ovvero un’infezione delle vie aeree superiori, ma specialmente nei bambini molto piccoli, nei primi mesi di vita, può raggiungere anche le vie aeree inferiori ed i polmoni causando bronchiolite acuta o polmonite.
Noto dal 1956, il virus respiratorio sinciziale è una delle causa più comuni di infezione delle vie respiratorie nei bambini al di sotto dei 2 anni e rappresenta la prima causa di ricovero ospedaliero sotto l’anno di età. In Italia, chiarisce la Società Italiana di Pediatria (SIP), il periodo epidemico intercorre tra ottobre e marzo, con un picco in gennaio-febbraio.
L’infezione si contrae infatti attraverso le mucose di naso, bocca e occhi. Si tratta di un virus che come tanti altri si trasmette anche parlando, non solo tossendo o starnutendo. Bastano infatti le piccole goccioline che si emettono mentre si parla per trasmettere il virus a un’altra persona. Inoltre, il virus si contrae toccando con le mani le secrezioni nasali o buccali infette e quindi strofinandosi gli occhi o il naso. Un altro aspetto a cui prestare attenzione, si legge nelle indicazioni fornite dalla SIP – è che il VRS può sopravvivere per molte ore anche sulle superfici dure come tavoli, maniglie delle porte, giocattoli e culle.
Il virus respiratorio sinciziale presenta sintomi simili a quelli di altre infezioni respiratorie virali: naso che cola, tosse secca e stizzosa e febbre (nella maggior parte dei casi non elevata). Successivamente possono poi comparire i segni di una riduzione dell’alimentazione e poi difficoltà respiratoria. La Società Italiana di Pediatria indica e quelli che sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione e che possono rendere necessario il ricovero: oltre alla riduzione dell’alimentazione, anche la presenza di episodi di apnea (ovvero momenti di interruzione del respiro) e la comparsa di una vera e propria difficoltà respiratoria.
Sono ancora in fase di studio vaccini, anticorpi monoclonali e terapie antivirali. La prevenzione è importante non solo per i bambini, ma anche per anziani e donne in gravidanza. Pfizer e Moderna, ormai note per il vaccino anti-Covid, ne stanno studiando uno anche per il virus sinciziale. Inoltre, sono stati studiati dei monoclonali, per esempio il motavizumab, sui minori di sei mesi. Uno studio di terza fase su oltre duemila bambini mostrava risultati promettenti, ma attualmente la American Academy of Pediatrics (AAP) raccomanda il palivizumab per i bimbi a rischio di ospedalizzazione. Il monoclonale è riconosciuto anche dall’Aifa, ed è l’unico attualmente in commercio nel nostro Paese.