Quando mancano poche settimane alle elezioni presidenziali, previste per febbraio 2022, i partiti sono già in fermento per trovare il candidato ideale da mandare al Quirinale. Confronti e strategie che si intersecano con il prosieguo della XVIII legislatura e la permanenza o meno di Mario Draghi a Palazzo Chigi. Tra le varie ipotesi in campo, si vociferava di una possibile rielezione di Sergio Mattarella: solo il suo predecessore, Giorgio Napolitano, ha ottenuto un secondo mandato al Quirinale nella storia della Repubblica italiana. Il capo dello Stato, però, ha escluso più volte lo scenario di un bis.
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Ne ha riparlato ieri, negli stessi termini che aveva usato nei mesi scorsi. E sempre con il richiamo a un predecessore: in febbraio era toccato ad Antonio Segni, stavolta a Giovanni Leone. Del quale ha ricordato che, intervenendo con un messaggio alle Camere il 15 ottobre 1975, «ripropose la sollecitazione di introdurre la non rieleggibilità del presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco». E ancora io scorso 19 maggio, in visita in una scuola romana, il presidente aveva motivato così la sua ritrosia nei confronti di un secondo mandato: «Sono vecchio, tra otto mesi potrò riposare».
Per Mattarella, invece di parlare di bis, sarebbe meglio una modifica costituzionale per abolire il cosiddetto semestre bianco, cioè quei sei mesi nei quali il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere. E su questo si pone sulla linea di altri capi dello Stato che si erano detti contrari all’immediata rielezione. E al di là della sua scelta personale, dunque, pensa che il Parlamento dovrebbe affrontare, e risolvere, la questione cancellando una volta per tutte il semestre bianco per lasciare le mani totalmente libere a chi sta sul Colle.
Certamente non basterà neanche questa dichiarazione per far uscire il suo profilo dal precoce “toto-nomi” di questa lunghissima corsa al Colle ma, forse, da sarà più chiaro a tutti che Mattarella non è sicuramente candidabile ad una cosa alla quale non vuole partecipare. A dare forza al tutto, interviene un’anticipazione dell’Espresso a confermare che il capo dello Stato non solo ha trovato un appartamento per la sua vita dopo il Quirinale ma ne ha anche già firmato il contratto.