L’ultimo atto è stato inserire l’obiezione di coscienza di medici e infermieri, ma con obbligo per le regioni di garantire che ci siano sempre strutture sanitarie dove sia possibile il suicidio assistito. La legge sul fine vita ha avuto il via libera nelle commissioni Giustizia e Affari sociali di Montecitorio, e da lunedì sarà all’esame dell’aula.
La legge, quando sarà approvata, renderà non più punibile il fine vita se praticato autonomamente dal paziente. Si tratta dunque di una pratica differente dall’eutanasia dove invece c’è una parte attiva da parte dei medici. Sempre l’approvazione della legge renderebbe superfluo il referendum già approvato dalla Cassazione dopo la raccolta di firme promossa dall’associazione Luca Coscioni e che era in attesa dell’ok definitivo della Corte Costituzionale.
Il testo recepisce la sentenza della Corte Costituzionale sul caso di dj Fabo e Marco Cappato; quest’ultima , oltre a chiedere un intervento del legislatore, aveva stabilito che non può essere punito chi agevola il suicidio di un malato terminale a patto che sussistano una serie di condizioni: tra queste l’irreversibilità della malattia, il fatto che questa sia fonte di gravi sofferenze, la piena coscienza del paziente e la sua dichiarata volontà di porre termine a tale condizione, il fatto che il malato sia tenuto in vita da trattamenti di sostegno.
I parlamentari hanno anche apportato alcune modifiche al testo iniziale. Ad esempio viene ammessa l’obiezione di coscienza di medici e infermieri contrari al suicidio assistito e viene introdotta una sanatoria per i casi del passato. Spetterà invece a appositi comitati etici istituiti in ogni Asl valutare le richieste da parte dei pazienti.
Sul fine vita l’esame dell’aula vedrà quasi certamente una spaccatura nella maggioranza che sostiene il governo. Già nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera, che hanno votato il mandato ai relatori per andare in aula il prossimo 13 dicembre, c’è stato il voto contrario di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Il via libera, dunque, è arrivato dal Partito democratico, M5S, Iv, Leu e +Europa.