Un altro morto sul lavoro. Un ragazzo di 18 anni ha perso la vita schiacciato da un mezzo agricolo, una seminatrice, mentre stava lavorando in un’azienda in provincia di Lodi. Secondo le prime informazioni, il ragazzo è stato travolto da un pesante componente caduto dalla macchina agricola mentre lavorava all’interno di una cascina.
Per le conseguenze di un incidente sul lavoro nei campi è morto, solo poche ore fa, Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni. Lui però non è stato soccorso. Chi era con lui lo ha scaricato in strada, poggiando il braccio mutilato su una cassetta per la frutta.
«Satnam Singh è il centesimo lavoratore straniero morto quest’anno in Italia, il decimo proveniente dall’India. Vale la pena sottolinearlo, affinché l’orrore e la rabbia scatenati dalla sua morte non facciano dimenticare alcuni elementi fondamentali». È quanto si legge sulla pagina Facebook “Morti di lavoro”, un progetto ideato e curato dal giornalista Piero Santonastaso, che punta a raccontare e dare conto del fenomeno degli incidenti sul lavoro al di là dei dati ufficiali.
Secondo il ‘contatore’ della pagina Facebook “Morti di lavoro” nel giugno 2024 sono già 70 gli infortuni mortali (sul lavoro 46; in itinere 24; media giorno 3,6) e il bilancio del 2024 è di 534 (sul lavoro 409; in itinere 125; media giorno 3,1). A guidare la triste classifica la Lombardia con 84 morti (53 sul lavoro, 31 in itinere); 55 la Campania (44, 11); 44 l’Emilia Romagna (32,12); 43 il Veneto (30,13); 42 la Sicilia (29,13); 38 il Lazio (25,13); 36 la Toscana (30, 6); 27 la Puglia (22, 5); 26 il Piemonte (22, 4); 20 l’Abruzzo (16, 4); 18 la Calabria (15, 3).
Otto operai sono rimasti feriti, nella notte, a causa di un’esplosione avvenuta nel reparto produttivo di una fabbrica di alluminio nella zona industriale di Bolzano. Cinque di loro sono gravi e sono stati trasferiti con gli elicotteri di soccorso in centri specializzati in grandi ustionati. I tre feriti meno gravi, invece, sono stati portati all’ospedale di Bolzano. All’esplosione è seguito un incendio, spento dai Vigili del fuoco nel giro di poco tempo. La dinamica non è ancora chiara e sarà approfondita dall’indagine già aperta dalla Procura di Bolzano: i forni su cui lavoravano i dipendenti feriti, a quanto si apprende, sono di fabbricazione piuttosto recente. Nella fabbrica si produce alluminio dal 1936: l’azienda, la Aluminium, ha iniziato la produzione di estrusi in leghe dure nel 1976, divenendo leader nel mercato europeo.
Nel 2023 sono state oltre mille le persone che hanno perso la vita sul lavoro. Nei primi tre mesi di quest’anno si contano nel triste elenco delle denunce all’Inail 191 vittime (-2,6%), in base agli ultimi dati dell’Istituto aggiornati a fine marzo che non tengono ancora conto delle altre vittime. Non numeri, ma persone. Morte nei cantieri, nelle fabbriche, negli impianti, lungo la strada.
L’Italia ha un numero di morti sul lavoro più alto della media Ue. Le statistiche sulle morti sul lavoro nei 27 Paesi membri dell’Unione europea sono raccolte periodicamente da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue. I dati più aggiornati fanno riferimento al 2021. Per evitare confronti poco attendibili, quando si paragonano i numeri delle morti sul lavoro tra i vari Stati europei bisogna considerare almeno due fattori. Il primo fattore è il numero di lavoratori: Paesi più grandi, più popolosi e con più occupati hanno un numero di morti sul lavoro più alto in valori assoluti. Il secondo fattore riguarda la diversa “pericolosità” dei settori lavorativi, che non sono rappresentati allo stesso modo nei singoli Stati. Entrambi questi fattori stanno alla base di uno specifico indicatore calcolato da Eurostat: il cosiddetto “tasso standardizzato di incidenza”. Questo tasso indica il numero di morti sul lavoro ogni 100 mila lavoratori, aggiustato per le dimensioni dei singoli settori economici.
Nel 2021 l’Italia ha registrato un tasso standardizzato di incidenza pari a 3,17 morti ogni 100 mila lavoratori, l’ottavo dato più alto tra i Paesi Ue, contro una media europea pari a 2,23. Tra gli altri grandi Paesi Ue, la Francia ha un dato più alto di quello italiano (4,45), mentre Germania (1,08) e Spagna (2,49) hanno numeri più bassi. Al primo posto c’è la Lituania (5,45), all’ultimo i Paesi Bassi (0,43).