Il bilancio ufficiale parla di 7 morti accertati. E ancora 2 dispersi. Restano ancora da chiarire le effettive cause della tragica esplosione avvenuta a Ravanusa (Agrigento). Tuttavia, con il passare delle ore si fa sempre più concreta l’ipotesi che la deflagrazione sia stata provocata dall’innesco accidentale di un grosso accumulo di gas. L’elenco dei “perché” resta lungo, soprattutto considerando che durante l’ultimo controllo di Italgas, risalente a pochi giorni fa, non è stata accertata alcuna perdita.
Quattro abitazioni, tra via Trilussa e via Galilei, sono state letteralmente rase al suolo dall’esplosione e decine di altri stabili sono stato stati danneggiati in un raggio di circa 400 metri quadrati, ma l’esplosione è stata avvertita a chilometri di distanza. In totale un centinaio di persone sono state evacuate e trasferite in alberghi o dai parenti. «Una scena di guerra, sembra Beirut» continuano a ripetere gli abitanti della zona. Ma occorre capire il perché di una tragedia del genere.
I residenti dicono che da giorni si avvertiva in strada un forte odore di gas. È possibile che chi gestisce la rete non si sia accordo che c’era una perdita nelle condotte che ha creato quella «bolla di gas» di cui parlano i Vigili del fuoco e che poi avrebbe trovato «un innesco accidentale provocato da una lampadina o da una sigaretta»? Secondo Clara Modesto, della direzione centrale per l’emergenza dei Vigili del Fuoco, intervistata da Il Corriere della Sera, ci sono pochi dubbi sul fatto che nel sottosuolo si sia creata un’ingente quantità di gas canalizzato.
L’ingegnere sottolinea che affinché si verifichi una deflagrazione del genere sono necessarie tre condizioni. In primo luogo serve la formazione di una bolla di gas. Ciò avviene quando il gas, fuoriuscito a causa di qualche malfunzionamento, si accumulo in uno spazio chiuso confinato. Nel caso di Ravanusa, al momento non è ancora stato chiarito come ciò sia avvenuto. La seconda condizione è che il gas entri a contatto con una quantità d’aria tale da avviare la reazione chimica. A quel punto basta un innesco, di qualunque tipo, anche l’accensione di una lampadina, per fornire quell’energia che provoca la fiammata o lo scoppio.
Restano parecchi dubbi su come possa essere avvenuta la perdita di gas. Modesto sottolinea che i gestori tendono a monitorare costantemente la propria rete e sono in grado di rilevare una fuoriuscita dalla perdita di pressione. Ciò avviene anche per impedire episodi di frode o allacciamenti abusivi. Nel caso di Ravanusa, bisognerà capire qual è stata la causa e quanto repentino è stato poi lo scoppio. Non può essere neppure esclusa l’ipotesi di uno smottamento causato dalle ingenti precipitazioni degli ultimi giorni.