Dopo Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano, da lunedì anche la Calabria passa in zona gialla. Il nuovo monitoraggio della Cabina di Regia segnala infatti che tutti i valori di riferimento della regione – incidenza dei contagi, ricoveri e occupazione delle terapie intensive – superano le soglie stabilite per rimanere in fascia bianca. Anche la Trento era a un soffio dalla zona gialla, con 14,9% di occupazione per l’area medica e e 16,7% per le terapia intensiva.
Ci sono però altre zone d’Italia a rischio: sette regioni e province autonome superano, questa settimana, la soglia di allerta per l’occupazione di posti letto Covid nelle terapie intensive, fissata al 10%. Sono Friuli Venezia Giulia (14,3%), Liguria (12,4%), Marche (14,8%), Bolzano (18%), Trento (16,7%), Veneto (12,4%), oltre appunto alla Calabria (all’11,8%). Superano invece la soglia di allerta del 15% per l’occupazione dei reparti di area medica quattro Regioni e Province autonome: sempre Calabria (al 16,8%), Friuli Venezia Giulia (23,3%), Bolzano (19,2%), ma anche la Valle d’Aosta (24,2%).
L’incidenza dei contagi continua ad aumentare in tutta Italia – anche se l’indice Rt resta stabile – e ora il Molise è l’unica Regione italiana a rischio basso. L’incidenza settimanale a livello nazionale arriva a 176 casi per 100mila abitanti (3-9 dicembre 2021) contro 155 per 100mila abitanti della scorsa settimana. Nel periodo 16 novembre-29 novembre 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato invece pari a 1,18 (range 1,06-1,24), leggermente in diminuzione rispetto alla settimana precedente (quando era pari a 1,2), “ma al di sopra della soglia epidemica“, il valore di 1 sotto al quale si avrebbe una frenata del contagio.
Il passaggio in zona gialla, da decreto, scatta quando il numero dei nuovi contagiati ogni 100mila abitanti supera i 50 casi a settimana, i posti occupati in terapia intensiva sono oltre il 10% e quelli in area medica oltre il 15%. La zona arancione scatta invece quando l’occupazione delle terapie intensive supera il 20% e, allo stesso tempo, quella dei reparti di area medica supera il 30%. Si passa alla zona rossa, infine, quando i letti occupati nei reparti ri rianimazione sono oltre il 30% e quelli in area medica oltre il 40%.
Anche se la maggior parte delle regioni italiane si trova in zona bianca, la fascia di rischio che prevede le restrizioni minori per contrastare la pandemia da coronavirus, il nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, certifica la progressione della quarta ondata in Italia. L’unica differenza tra le regole della zona gialla e quelle della zona bianca riguarda l’uso delle mascherine, che nella prima sono obbligatorie anche nei luoghi all’aperto, e non solo nei luoghi chiusi, in quelli affollati all’aperto e sui trasporti pubblici.
Le altre sono venute meno con l’entrata in vigore del Green pass “rafforzato”, il certificato che si può ottenere solo con la vaccinazione o con la guarigione dal coronavirus. Ad esempio non ci sono più distinzioni per quanto riguarda i limiti di capienza di eventi, spettacoli e ristoranti, a cui tanto in zona bianca quanto in zona gialla ora si può accedere solo con il Super Green pass. Un’altra differenza che è stata annullata dal nuovo Green pass è che non c’è più un limite al numero di persone che possono sedersi allo stesso tavolo al chiuso di un bar o di un ristorante (prima del 6 dicembre in zona gialla il limite era di 4 commensali non conviventi).