Dalla Corte costituzionale arriva il via libera al Green pass per accedere alla Camera e al Senato. Di fatto è stato dichiarato inammissibile il conflitto tra poteri che era stato sollevato dal senatore del gruppo misto Gianluigi Paragone e da un gruppo di deputati guidato da Pino Cabras (Alternativa c’è) contro l’obbligo della certificazione verde anti-Covid introdotto nei mesi scorsi. Nel renderlo obbligatorio la Corte non vede «alcuna manifesta lesione delle attribuzioni proprie dei deputati e dei senatori» e ritiene che spetti «all’autonomia delle due Camere l’interpretazione e l’applicazione dei rispettivi regolamenti».
Per Paragone e gli altri 8 deputati di “Alternativa c’è” ci sarebbe stata una menomazione delle loro attribuzioni costituzionali. Contestavano, ad esempio, l’introduzione dell’obbligo di Green pass con delibere di organi interni alle Camere (Ufficio/Consiglio di presidenza e Collegio dei questori) anziché attraverso una modifica dei regolamenti parlamentari per i quali sarebbe stata necessaria la maggioranza assoluta dei membri di ogni Aula. Secondo loro, dunque, era stata violata la riserva regolamentare, sancita all’articolo 64 della Costituzione, e compromessa la partecipazione dei parlamentari al procedimento legislativo, oltre ad aver leso il libero svolgimento del loro mandato.
Ma la Consulta non ha avuto dubbi nel dichiarare inammissibili entrambi i conflitti. Di conseguenza l’obbligo di Green pass resta pieno e da rispettare. Ancora invece nessuna decisione da parte del Collegio d’Appello della Camera dei deputati sul ricorso presentato contro l’obbligo di Green Pass per accedere a Montecitorio e nelle altre sedi del Parlamento presentato dalla deputata No Vax Sara Cunial. L’organo giudicante collegiale di secondo grado di Montecitorio si è riunito per esaminare il ricorso di Cunial contro la decisione di primo grado emessa il 25 novembre dal Consiglio di Giurisdizione che confermava la validità della delibera dei questori che introducevano l’obbligo di esibire una certificazione verde per entrare nelle sedi della Camera anche per i deputati.