Le scuole vanno in Dad, alla vigilia di Natale. E sempre più istituti da Lodi a Benevento, alle prese con l’aumento repentino dei contagi, chiudono battenti in anticipo per salvare il Natale. «La situazione generale delle scuole sta peggiorando. L’ultimo dato è quello delle 10 mila classi in Dad su 400 mila ma negli ultimi giorni crediamo sia aumentato», ha detto il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli, preoccupato per la situazione contagi da Covid-19 negli istituti del Paese. «Bisogna dire che siamo ancora lontani dai numeri dell’anno scorso ma la curva è in aumento e la speranza è che si riesca a fermare questa nuova variante».
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Nel frattempo il tasso di incidenza del virus tra i più piccoli continua ad aumentare e le famiglie tentano come possono di salvare le festività natalizie. Con oltre 2.500 positivi tra i 0 e i 18 anni, i genitori che possono lavorare in smart working o con l’aiuto di una baby sitter stanno scegliendo di non portare più i bambini e ragazzi a scuola. La speranza è quella di schivare qualche rischio ed evitarsi eventuali quarantene o contagi proprio nel periodo delle festività. Intere classi decidono così di iniziare in anticipo le vacanze di Natale.
Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, di fronte a una crescita settimanale del 13% dei contagi nella città, ha chiuso gli istituti scolastici cittadini. All’Istituto comprensivo di Codogno, in provincia di Lodi, sono stati inibiti tutti i sette plessi tra la scuola dell’infanzia, la primaria e la secondaria di primo grado fino al 10 gennaio, giorno di rientro previsto dopo le vacanze di Natale.
Esemplare è poi la vicenda dell’istituto comprensivo Visconti di Roma dove, come raccontato dalla preside Piera Guglielmi, «un’intera classe ha scelto arbitrariamente di andare in vacanza prima della data fissata per tutti». Una lettera rivolta alla scuola, dove si comunicava la decisione, e poi via alla fuga dai contagi scolastici fino all’Epifania. Situazione simile a quella di altri istituti. Secondo quanto riportato da presidi e professori, spesso le mail dei genitori «parlano di motivi familiari». Che tradotto sarebbe «li facciamo rimanere a casa per evitare di rovinarci le vacanze di Natale con nonni e parenti». Un segnale chiaro di sfiducia nei confronti di un sistema scolastico che attualmente non riesce a far fronte all’ondata di casi e a varianti che non risparmiano i più giovani.