Quanto dura il periodo della cosiddetta “autosorveglianza” per chi è vaccinato con booster o due dosi da meno di 4 mesi? È obbligatorio un tampone d’uscita per chi, vaccinato con due o tre dosi, ha scoperto di essere contatto stretto di un positivo? Sono solo alcune delle domande che in molti si stanno ponendo dopo il governo con un nuovo decreto ha alleggerito le regole sulla quarantena per andare incontro alle richieste delle Regioni e cercare di non bloccare il Paese alle prese con l’aumento dei contagi. Domande che nascono da un dato di fatto: la comunicazione del governo non è chiara.
Nel decreto legge, infatti, il governo non ha specificato la durata del periodo di autosorveglianza, stabilendo però che debba finire in ogni caso con l’esito di un tampone negativo obbligatorio. In realtà non dovrebbe essere così, stando a quanto ha detto il ministero della Salute: chi rimane asintomatico nei cinque giorni seguenti al contatto a rischio non dovrà fare nessun tampone.
L’autosorveglianza è una misura che ancora deve essere spiegata nel dettaglio. È stata introdotta per eliminare la quarantena per chi ha già ricevuto il richiamo del vaccino o ha fatto la seconda dose (o la prima nel caso del vaccino Johnson&Johnson) meno di 120 giorni prima e prevede l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2 in ogni contatto con altre persone, per un periodo fissato in dieci giorni dopo il contatto a rischio.
Per quanto riguarda i vaccinati con due o tre dosi che hanno scoperto di essere contatti stretti di un positivo, ad esempio, non è chiarissimo il riferimento all’obbligo di tampone d’uscita. Nella fattispecie: «Si prevede che la cessazione della quarantena o dell’autosorveglianza consegua all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare, effettuato anche presso centri privati; in tale ultimo caso la trasmissione all’Asl del referto a esito negativo, con modalità anche elettroniche, determina la cessazione di quarantena o del periodo di auto–sorveglianza».
Una circolare del ministero della Salute ha invece fissato a cinque giorni la durata dell’autosorveglianza (elemento che mancava nel decreto), specificando che il tampone serve soltanto per chi accusa sintomi durante questo periodo. Per chi rimane asintomatico, secondo la circolare, l’autosorveglianza finisce insomma dopo cinque giorni senza necessità di tampone negativo.
L’autosorveglianza prevede, insomma, di monitorare le proprie condizioni di salute, per fare un tampone rapido o molecolare nel caso in cui compaiano sintomi dopo un contatto a rischio. In quel caso, anche se è negativo, c’è l’obbligo di farne un altro dopo cinque giorni. Non è chiaro però cosa debba fare chi al quinto giorno sia rimasto asintomatico: da decreto dovrebbe fare un tampone (ma non si capisce quando), da circolare invece può uscire dall’autosorveglianza, continuando però a indossare la Ffp2 per altri cinque giorni.