Ditonellapiaga è una delle sorprese del cast di Sanremo. Una “scognomata” sconosciuta alla platea festivaliera e non solo. È anche la più giovane in gara tra i “big” insieme con la straniera Ana Mena, entrambe ventiquattrenni. Una “absolute beginner”. Tant’è che il suo primo album esce il 14 gennaio, a due settimane dall’esordio sul palco dell’Ariston.
Ma chi è Ditonellapiaga? All’anagrafe di Roma è registrata come Margherita Carducci, classe 1997. Cresciuta tra i boy scout con il mito di Britney Spears («è e rimarrà per sempre un mio idolo»), dopo gli studi al Dams si è formata tra performance in teatro e jam session nei locali capitolini.
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È una ragazza un po’ millennial e un po’ generazione Zeta. Non a caso il suo nome d’arte è nato su Instagram. «Nella ricerca dell’identità di questo progetto artistico, non riuscivo a trovare un nome che rispecchiasse me e la mia musica. Su Instagram, che per la mia generazione è una sorta di avatar della persona e della vita, cambiavo nome ogni mese, divertendomi a giocare con le assonanze. Poi è venuto fuori questo nome d’arte buffo, divertente e, nello stesso tempo, provocatorio. Ed è l’espressione della mia musica».
Buffa, divertente, ironica e provocatoria come emerge da Camouflage, titolo del suo album. Prima pietra di una carriera musicale “benedetta” dalla nonna più che da Amadeus: «Se vai a Sanremo, allora puoi fare la cantante, mi ha detto appena informata della notizia», ride. Ed è proprio la nonna con le sue amiche a campeggiare sulla copertina del disco. «Io siedo sul divano fra di loro come se mi fossi intrufolata e mimetizzata: è una immagine glamour e personale», commenta Margherita Carducci. «Traduce anche il mio mondo personale». Che è composto di nu soul, R&B, trap, pop, spoken word, raggaeton, it-pop, dance, psichedelia, ma non disdegna alcune correnti secondarie della tradizione della canzone italiana. Come, ad esempio, quella che ha come protagonista Donatella Rettore, icona degli anni Ottanta e, non a caso, compagna d’avventura di Ditonellapiaga sul palco dell’Ariston.
«Con Donatella l’intesa è stata immediata», racconta Margherita. «La canzone Chimica, con cui siamo in gara al Festival, è nata ispirandomi a lei. Le è piaciuta subito e si è riconosciuta nel brano. È un pezzo che vive anche nella sua epoca sebbene scritto da una giovane come me. Una canzone in cui due generazioni si mescolano bene». Punto di convergenza, o di connessione, è il sesso. «È un brano erotico, con note sensuali, dolci e dance nello stile di Donatella. È un gioco divertente. Cerchiamo di trasmettere un messaggio di libertà».
«Chimica è molto “rettoriano”», le fa eco Rettore. «C’è dell’eros come in Kobra, è vorticoso musicalmente».
Sono diversi e sorprendenti i punti in comune tra Ditonellapiaga e Donatella Rettore. Conseguenza anche degli studi universitari della ragazza romana, come rivela l’interprete di Lamette: «Conoscevo il suo produttore, Benjamin Ventura. Margherita è molto talentuosa. Nei suoi studi universitari ha fatto il Dams e una sua prof faceva le pulci all’italiano dei miei testi. Quando l’ho incontrata, ho scoperto che sa il mio repertorio a memoria».
Oltre alle atmosfere erotiche, come in Morphina, il brano che apre Camouflage, c’è una similitudine nella struttura linguistica. Ditonellapiaga aggiorna ai tempi il linguaggio trasgressivo che è presente in canzoni come Lamette, o Kobra e Di notte specialmente. Un linguaggio “internetaliano”, quello della cantautrice romana, che adatta la lingua di Dante al gergo online e allo slang social, confondendoli con l’inglese, il francese e lo spagnolo, travisando o cambiando il significato delle parole. «È vero, ci sono affinità linguistiche», ammette Margherita.
Entrambe, inoltre, sono difficili da inserire o inquadrare in schemi, stili o modelli precostituiti. Ditonellapiaga è come un camaleonte che si adatta a ogni situazione e Camouflage esprime questa variabilità. Ricollegandosi alle sue esperienze teatrali, inventa personaggi «che mi aiutano a sperimentare musicalmente» e nei quali spesso si riflette. Sensuale ed erotica in Morphina, glamour in Vogue, lisergica in Prozac, assassina nella divertente Retito, alcolica in Carrefour Express. Ma anche dolce e innamorata in altri momenti, come in Dalla terra all’Universo, autobiografica in Come fai, malinconica in Spreco di potenziale. Ascoltando di filato il disco sembra di fare nightclubbing, passando da un locale a un altro, correndo a 180kmh in città da un torrido letto a una pizza alla pala sfornata al supermercato in una notte di sesso, droga e dance.
Adesso arriva il compito più duro: convincere il pubblico di aver meritato un posto, seppur in coabitazione con Donatella Rettore, fra i 25 “big” di Sanremo2022. «Mi sono arrivate le critiche per essere stata inserita tra i “big”, spero che sarà la performance a parlare», commenta. «Il palco dell’Ariston rappresenta una grande emozione per tutti, per un’artista emergente è ancora più difficile. È una opportunità gigante».