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Addio Gary Brooker, romantico del rock

All’età di 76 anni si è spento il leader dei Procol Harum. “A Whiter Shade of pale” (“Senza luce” in italiano) croce e delizia: li rese celebri nel mondo, diventando uno dei più memorabili “lenti” della storia del pop, ma ha messo in ombra il ruolo che la band ha avuto nella storia della musica

Giuseppe Attardi di Giuseppe Attardi
Febbraio 22, 2022
in Musica
Tempo di lettura: 3 mins read
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Addio Gary Brooker, romantico del rock

A Whiter Shade of pale è la canzone che ha reso popolare nel mondo i Procol Harum, ma nello stesso ha messo in ombra l’importante ruolo che la band del compianto Gary Brooker ha avuto nella storia della musica rock. L’artista inglese scomparso sabato 19 febbraio all’età di 76 anni a causa di un cancro è stato sempre sottovalutato nel corso della sua lunga carriera per l’immenso successo riportato da A Whiter Shade of Pale, 45 giri (si chiamavano così i singoli negli anni Sessanta) che nella primavera del 1967 giunse ai primi posti di tutte le classifiche mondiali di vendita. In Italia fu tradotta dai Dik Dik come Senza luce. È uno dei più memorabili “lenti” della storia del pop, trasformò i Procol Harum in un monumento del romanticismo canoro internazionale, una cult band in grado di far sognare e sospirare milioni di giovani. È diventata la colonna sonora di un’epoca, di moltissimi film, da Il grande freddo a I Love Radio Rock, è stata suonata a matrimoni e funerali ed è stata l’ultima canzone di tanti balli studenteschi.

Fu seguita da Homburg, altro brano di successo, cantato in italiano dai Camaleonti con il titolo L’ora dell’amore. A caratterizzare entrambi i brani la voce e il piano di Gary ed il suono dell’organo Hammond M-102 suonato da Matthew Fisher, che diventano i segni distintivi dei Procol Harum e del loro suono. Un suono dalla grazia melodica e dall’impronta pseudo-sinfonica dei suoi movimenti. I due brani diventano i punti di partenza per esperienze successive, e indimenticabili sono Conquistador e Repent Walpurgis.

I Procol Harum diventeranno un mito negli Stati Uniti: sono tra i gruppi più rappresentativi di quel movimento di trasgressione sociale e pacifismo noto come la “Summer of Love”, quando centinaia di migliaia di persone, perlopiù giovani, si radunarono a San Francisco per eventi musicali e manifestazioni. Così autorevoli oltre Oceano da influenzare The Band in Music from Big Pink, mentre in Inghilterra rimanevano dei mezzi sconosciuti.

Il secondo album Shine on Brightly conferma la ricchezza e l’intelligenza musicale del gruppo. La title-track fu cantata in italiano dagli stessi Procol Harum con il titolo Il tuo diamante. La maggior parte del repertorio è sempre dovuto alla penna di Gary Brooker e Keith Reid, ma comincia ad avere un ruolo importante anche l’organista Fisher, al quale si deve il terzo capolavoro della band, ovvero A Salty Dog, uscito nel giugno del 1969.

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Gli anni Settanta registrano altri picchi per la band con gli album Grand Hotel ed Exotic Bird and Fruit, ma anche i primi scricchiolii, Procol Ninth. E nel 1977, in piena esplosione punk, la band finisce la sua avventura. Non c’era più posto per il romanticismo dei Procol Harum.

Dopo lo scioglimento dei Procol Harum, Brooker avviò una carriera solista grazie all’album No more fear of flying e collaborò con Eric Clapton e con George Harrison per All things must pass, per Somewhere in England e per Gone troppo, con l’Alan Parson Project, con Kate Bush suonando l’Hammond su due suoi album, e con Ian McDonald.

Brooker ha poi inciso altri due album solisti, Lead me to the water nell’82 e Echoes in the Night, del 1985. Nell’86 ha partecipato al film Evita, interpretato da Madonna. Con i Procol Harum, che si sono riformati nel 1991, ha pubblicato l’ultimo album, Novum, nel 2017. Tra gli omaggi più sentiti quello del cantante dei Van der Graaf Generator, Peter Hammill, che ha definito Brooker «una fonte di grande ispirazione».

I Procol Harum forse non sono stati forse un gruppo “guida”, ma hanno creato una musica brillante e decadente, tecnicissima e intimista, nella quale non bisogna cercare la novità o l’evoluzione marcata, ma gustare la raffinatezza delle composizioni e gli arrangiamenti precisi.

Tags: Gary BrookerProcol HarumRock
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