La fine dello stato di emergenza è fissata al 31 marzo. Ma l’addio alle restrizioni e al Green pass sarà molto lento. Il Consiglio dei Ministri ha approvato all’unanimità una road map per allentare le misure anti-Covid, come viene pomposamente definito da Repubblica ”Il decreto che riapre l’Italia”. Di fatto, le nuove misure adottate da Draghi sono tutto un procrastinare, un allungare, un rimandare una libertà alla quale ormai nessuno crede più.
Mentre la gran parte dei Paesi europei ha detto addio a Green pass e mascherine, il governo italiano prende tempo e non rinuncia alla confusione sul suo utilizzo. Il Green pass rafforzato resta fino al 30 aprile per piscine, centri natatori, centri benessere, palestre, strutture ricettive, convegni, congressi, centri ricreativi, feste cerimonie civili/religiose, sale gioco/scommesse/bingo, discoteche e assimilate, partecipazione spettacoli e competizioni sportive al chiuso. Resta rafforzato per servizi ristorazione banco/tavolo solo al chiuso, all’aperto subito. Fino al 30 aprile servirà il green pass base per i trasporti a lunga percorrenza, mentre viene sancito lo stop all’obbligo di certificazione verde Covid per il trasporto pubblico locale. Rimane necessario quello base (che si ottiene anche con un tampone) per mense e catering continuativi, concorsi pubblici, corsi formazione pubblici e privati e colloqui visivi.
Rimane anche l’obbligo vaccinale per gli over 50 (e per medici, infermieri, operatori delle Rsa, insegnanti e personale della scuola, personale della difesa, sicurezza, soccorso pubblico, polizia locale, servizi segreti e polizia penitenziaria) fino al 15 giugno ma al lavoro sarà sufficiente il Green pass base e rimane soltanto la sanzione di 100 euro per gli over 50 che non si vaccinano.
Lo stesso vale per le mascherine, che, quanto alle scuole, vengono mantenute sino alla fine delle lezioni, giugno inoltrato. E per tutti gli altri sono confermate, al chiuso, fino al 30 aprile con tutte le differenziazioni del caso (quando Ffp2, quando chirurgiche).
Ma possiamo essere sicuri che il 30 aprile ci metteremo alle spalle una volta per sempre tutte le restrizioni anti-Covid? No, quando la struttura commissariale di Figliuolo viene sostituita dalla “Unità per il completamento della campagna vaccinale e per le adozione di altre misure di contrasto alla pandemia” facente capo al Capo di stato maggiore della difesa. Un presidio militare attivo fino alla fine dell’anno. Certo, spariscono le zone a colori, che comunque non avevano più alcuna ragione di esistere dopo l’introduzione del Super Green pass obbligatorio per qualsiasi attività fuori casa. Certo, torna la capienza piena negli stadi a fine campionato. Certo, cade l’obbligo di quarantena anche per chi non è vaccinato quando ormai chi si autodenunciava alle Asp territoriali era rimasta una minima parte di positivi così da spingere il governo ad una furbesca presa d’atto di una realtà nei fatti non gestibile.