Dal Regno Unito alla Spagna, dalla Danimarca alla Francia. In tutta Europa si procede con il dire addio a pass vaccinali, Green pass e Super Green pass. I numeri della pandemia in netto miglioramento per buona parte dei Paesi europei spingono le autorità sanitarie ad alleggerire il peso delle restrizioni sulla vita sociale ed economica. E così si annunciano uno dietro l’altro provvedimenti per tornare a una convivenza con il coronavirus meno penalizzante di quanto sia stato sinora con l’obbligo previsto per legge di certificazioni verdi per parte delle attività. In Italia, invece, il governo prende tempo in attesa della scadenza dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo.
In Francia sono state abolite molte delle restrizioni che erano state imposte nei mesi scorsi per contrastare la pandemia da coronavirus. È stato sospeso l’obbligo di certificato di vaccinazione – l’equivalente del Green Pass “rafforzato” italiano – per accedere a luoghi pubblici come trasporti a lunga percorrenza, ristoranti, bar, musei e cinema. Per accedere a ospedali e case di cura per anziani resterà invece obbligatorio quello che in Italia si chiama Green Pass “base”, ottenibile sia con la vaccinazione che con un tampone negativo. Inoltre, nella maggior parte dei luoghi pubblici al chiuso non sarà più obbligatorio indossare la mascherina: tra questi ci sono negozi, ristoranti e palazzetti dello sport, per esempio, mentre la mascherina resterà obbligatoria nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, sui trasporti pubblici, negli ospedali e nelle case di cura per anziani. È stato tolto l’obbligo anche nelle scuole, dove per gli studenti dai 6 anni in su era stato introdotto nel settembre del 2020.
La Francia non è la prima nazione ad abbandonare lo strumento del Green pass, ma è stata preceduta dalla Svizzera, da diversi Paesi del Nord Europa, Regno Unito e anche la Germania si avvia a dire addio alla maggior parte delle restrizioni entro il 20 marzo. Avanti nella revoche i Paesi scandinavi, con la Danimarca a fare da apripista in Europa il 1° febbraio a non considerare più il Covid come malattia socialmente critica rendendo non più obbligatorio indossare mascherine su mezzi pubblici e nei luoghi al chiuso, e avere il Green pass per entrare in discoteche, caffè, autobus e ristoranti. Sulla stessa strada la Svezia e Norvegia, con ristoranti e bar che tornano agli orari normali e niente più Green pass per accedere ai luoghi pubblici.
In Svizzera non sono più necessari mascherina e Green pass per accedere a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, altre strutture aperte al pubblico e manifestazioni. Nel Regno Unito sono cadute tutte le restrizioni, come il Green pass (introdotto a dicembre e solo per discoteche e grandi eventi) e l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi e sui mezzi pubblici. In Spagna non è più obbligatorio l’uso delle mascherine all’esterno, con la Catalogna che ha eliminato quasi tutte le restrizioni. Le discoteche riaprono senza limite di orario né obbligo di esibire una certificazione anti-Covid all’ingresso.
Unica nel panorama europeo resta l’Italia, dove il Super green pass è richiesto non solo per poter accedere ai luoghi pubblici ma anche per lavorare. Mercoledì si attende la cabina di regia e a seguire il Consiglio dei ministri che dovrebbe mettere sul tavolo le tappe per la fine delle restrizioni. Regna ancora grande confusione: secondo le indiscrezioni, dal primo aprile dovrebbe venir meno l’uso di Green pass nei luoghi all’aperto e sui mezzi di trasporto. Ancora in discussione l’eliminazione del Green pass obbligatorio per il lavoro.
Per capire lo scollamento tra le decisioni del governo italiano, che da due anni impattano sulla vita degli italiani, basta volgere lo sguardo oltre confine. «Da oggi anche la Francia si unisce alle Nazioni europee che hanno detto addio al Green pass. Mentre gli altri Stato ripartono, Speranza & Co. pensano a proroghe o modifiche del certificato verde. L’Italia non può più rimanere ostaggio dei loro deliri: il Green pass va abolito», commenta Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d’Italia chiede da tempo al governo di archiviare il certificato verde. Più che mai a fronte delle vaccinazioni e dei dati sul Covid confortanti. «I risultati del lasciapassare – commenta – sono ben visibili a tutti: i contagi non si sono fermati ma in compenso sono aumentate le discriminazioni e le limitazioni delle libertà personali».