Si avvicina la resa dei conti per la gestione dell’emergenza Covid: mezzo governo Conte bis è indagato dalla Procura di Roma, compresi quattro ministri confermati da Draghi. Le ipotesi di reato vanno dall’usurpazione di potere politico all’abuso di ufficio aggravato, dal sequestro di persona al procurato allarme, dalla violenza privata alla pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.
Come riporta il quotidiano La Verità, lo scorso 28 marzo la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati l’attuale ministro della salute Roberto Speranza, degli Esteri Luigi Di Maio, dell’Interno Luciana Lamorgese, della Difesa Lorenzo Guerini e gli ex ministri Gualtieri (Economia), Bonafede (Giustizia), De Micheli (Infrastrutture e Trasporti), Azzolina (Istruzione), Costa (Ambiente).
Tutto discende da una denuncia collettiva presentata nel marzo 2021. Medici, avvocati, vari professionisti e un maresciallo della Finanza chiesero di avviare 33 indagini sull’operato del Governo a proposito del Covid per verificare se effettivamente determinate sue azioni erano illecite. Allegarono in proposito un faldone con centinaia di atti formali attraverso i quali cittadini e associazioni di tutta Italia hanno messo a conoscenza dell’autorità giudiziaria fatti che possono costituire notizie di reato a carico dei vari ministri coinvolti nell’inchiesta.
Uno degli ambiti di cui sollecitavano il chiarimento riguardava la strumentalizzazione di notizie scientificamente, sanitariamente, epidemiologicamente false. I denuncianti chiesero fosse accertata «l’effettiva sussistenza dei plurimi profili di falsità, arbitrarietà nell’esercizio da parte del governo del potere politico attribuito per legge al Parlamento, di strumentalizzazione di notizie scientificamente e/o sanitariamente e/o epidemiologicamente false, ovvero manipolazione in malafede di notizie scientificamente vere al fine di imporre all’opinione pubblica (e quindi anche agli eletti in Parlamento […] con conseguente lesione del diritto di elettorato passivo rilevante […] un racconto pandemico falso e volto alla coartazione dei diritti costituzionali e politici dei cittadini».
La denuncia punta il dito non solo verso i ministri ma anche contro «Walter Ricciardi e la sua ossessione per il lockdown» e i principali virologi televisivi che hanno insistito per mesi «per imporre misure drastiche di isolamento sociale». Tra le indagini sollecitate, quella volta a conoscere i criteri tecnico scientifici adottati per la creazione delle proiezioni a breve, medio e lungo termine elaborate dai cosiddetti esperti e la motivazione scientifica della decisione di ricoverare, nel periodo estivo/autunnale del 2020 e in tutto il territorio nazionale numerosissimi soggetti asintomatici, per il solo fatto di essere risultati positivi al tampone. Viene infine chiesto di verificare il perché della «costante, pervicace e ostinata marginalizzazione, da parte dell’autorità sanitaria nazionale, di pressoché tutte le cure, spregiativamente definite ‘alternative’». I denuncianti chiedono anche di sapere «chi sono, quali titoli accademici, tecnici e quali competenze possiedono i sedicenti esperti che hanno suggerito al ministero della Salute di imporre l’uso delle mascherine e del distanziamento sociale anche agli alunni delle scuole, alla riapertura di settembre 2020».
Non è la prima volta che la magistratura punta gli occhi sulla gestione della pandemia da parte del governo Conte bis. Nell’agosto 2020 una raffica di avvisi di garanzia raggiunse lo stesso Conte (che ora non risulta indagato) e diversi suoi ministri. Ma allora la generalità delle accuse decadde rapidamente: la Procura fece fin dall’inizio sapere che le riteneva sostanzialmente infondate. Si può perciò supporre che sia risultata più convincente la corposa documentazione presentata nel marzo 2021 e sfociata nelle indagini attuali. Inoltre, risultano tonnellate di sollecitazioni alla magistratura relative anche all’operato del governo Draghi per ricatto vaccinale, per la gestione dell’emergenza sanitaria, per l’infondatezza del Green pass.