Uno studio smonta la propaganda sul Green pass. Le restrizioni e le vaccinazioni di massa imposte in Italia non solo non hanno fermato i contagi, ma non hanno avuto l’effetto desiderato neanche sul numero delle vittime. La rivista The Lancet ha pubblicato un’analisi sistematica della mortalità correlata al Covid-9 in 191 Paesi e 252 Regioni, dal 1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2021, e ancora una volta l’Italia occupa il peggior posto nell’Europa occidentale quanto a eccesso di morti stimate. Sono ben 259.000, quelle dovute alla pandemia, +122.000 rispetto alle segnalate.
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Il bilancio globale delle vittime della pandemia di Covid potrebbe, dunque, essere di oltre tre volte superiore rispetto alle stime ufficiali. I decessi causati dalla pandemia, al 31 dicembre 2021, potrebbero arrivare a quota 18,2 milioni rispetto ai 5,9 milioni attualmente riconosciuti. Questo il dato emerso da un lungo studio, pubblicato su The Lancet e condotto dall’Institute for Health Metrics and Evaluation degli Stati Uniti, che hanno valutato il rapporto tra il numero di vite umane perse segnalato e quello stimato.
Solo l’Italia ha un record di 259.000 morti in eccesso stimate nonostante chiusure e Green pass che hanno collassato l’economia, i diritti e le libertà di milioni di cittadini. Sulla scia della “prudenza”ad ogni costo, il ministro della Sanità e la pletora di virologi liquidavano Regno Unito e Svezia come nazioni che avrebbero pagato carissimo l’abbandono del lockdown e il ritorno alla normalità. Ma così non è stato. E scelte di Johnsono non hanno portato il Regno Unito ad avere il peggior tasso di mortalità in eccesso: con 126,8 è al di sotto della media dell’Europa occidentale ed è allo stesso livello di Francia e Germania.
Anche dal Nord Europa arriva la conferma che Green pass e blocchi non sono serviti a salvare più vite umane. A parte pochissime chiusure mirate, il governo svedese ha lasciato che la vita sociale procedesse il più normalmente possibile ma non per questo ha registrato tassi elevati di mortalità in eccesso come nel resto dei Paesi scandinavi. In Danimarca è 94,1 per 100.000 abitanti; in Finlandia 80,8, in Svezia 91,2 quindi ben al di sotto della media dell’Europa occidentale.