Il Covid per il resto d’Europa è ormai un’influenza. Lo dice con chiarezza anche l’Unione europea: «Stiamo entrando in una nuova fase della pandemia che ci impone di ripensare a come gestiamo il virus. Stiamo passando dall’emergenza a una gestione più sostenibile della pandemia», ha spiegato la commissaria alla Salute Kyriakides. L’esecutivo europeo ha infatti elaborato un piano in otto punti che possa servire da indirizzo ai 27 Stati membri per la gestione del virus nei prossimi mesi.
Uno dei punti chiave è l’addio al tracciamento di massa per passare a «stime affidabili e rappresentative». La circolazione del virus resta alta ma l’impatto sui sistemi sanitari non è lontanamente paragonabile ai mesi più bui. Che per l’Unione europea il Covid sia ormai assimilabile a un virus stagionale lo dimostrano proprio queste linee guida, dove si dice che occorre «migliorare o mantenere la capacità del sistema sanitario nazionale di far fronte a un numero crescente di casi di Covid 19 e/o influenza stagionale».
Le nuove linee di indirizzo della Commissione tracciano un sentiero molto netto: da un lato continuare con la vaccinazione, e dall’altro pensare a un sistema di sorveglianza che non punti più all’individuazione di ogni singolo caso ma che sia strutturato a campione. L’Ue parla di continuare con i test mirati e il sequenziamento di campioni sufficienti per rilevare nuove varianti.
In Italia la cautela continua ad essere estrema. La mascherina Ffp2 resterà obbligatoria fino al 15 giugno a bordo di tutti i mezzi di trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza (treni, aerei, metropolitane, tram, bus ecc) e andrà indossata per gli spettacoli e gli eventi sportivi al chiuso. Resta dunque la Ffp2 anche in cinema, teatri, sale da concerto e palazzetti dello sport. Lo prevede un emendamento al decreto Riaperture approvato in commissione alla Camera inserito in una ordinanza “ponte” del ministro alla Salute Roberto Speranza che, a partire dal primo maggio, resterà in vigore fino alla conversione del decreto. Nel testo non si fa riferimento al lavoro, sia pubblico che privato, dove varranno i protocolli tra imprese e sindacati. Ma si specifica che «è comunque raccomandato di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie in tutti i luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico».
Prorogato fino al 15 giugno anche l’obbligo di mascherina al chiuso per i visitatori delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, dagli ospedali alle residenze sanitarie, dagli hospice alle strutture riabilitative. Non si prevedono misure per negozi, supermercati, ristoranti, bar, stadi e spettacoli all’aperto. Significa che qui la mascherina si potrà togliere, anche se resta la raccomandazione ad utilizzarla. In classe, invece, la mascherina resta obbligatoria fino alla fine dell’anno scolastico, come prevede la legge già in vigore.
Mentre sul Green pass la linea del governo si è mostrata più flessibile: la certificazione verde non sarà più richiesta, ma non cesserà di esistere. Dal primo maggio, quindi, non servirà più il Green pass rafforzato (vaccinazione o guarigione) per frequentare palestre e piscine al chiuso, partecipare a feste e cerimonie, convegni e congressi, entrare in discoteche e sale da gioco, andare al cinema e a teatro. L’unica eccezione sono le visite in ospedale e Rsa, dove sarà necessario esibire il Super pass fino al 31 dicembre. Decade anche l’obbligo di Green pass base che fino al 30 aprile è obbligatorio per accedere al luogo di lavoro, consumare in bar e ristoranti al chiuso, salire su aerei, treni, traghetti e pullman intra-regionali, partecipare a concorsi pubblici, accedere alle mense, andare allo stadio e assistere a spettacoli teatrali e concerti all’aperto.