Il vaiolo delle scimmie è in Italia. Identificato il primo caso all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma. L’istituto nazionale per le malattie infettive della capitale ha annunciato che il paziente è «un giovane adulto di ritorno da un soggiorno alle isole Canarie che si era presentato al Pronto soccorso dell’Umberto I». Contemporaneamente, sono in fase di accertamento altri due casi sospetti. Il virus era stato isolato in precedenza in Regno Unito, Spagna e Portogallo. I contagi registrati in Europa sarebbero una cinquantina.
Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi silvestre, ovvero una malattia riguardante gli animali selvatici con infezioni umane accidentali, che di solito si verificano nelle parti boscose dell’Africa centrale e occidentale. La malattia spesso si esaurisce con sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni, non è molto contagiosa tra gli uomini e si trasmette attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee.
Il vaiolo delle scimmie in genere inizia con una malattia simile all’influenza e un gonfiore dei linfonodi, seguiti da un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione è abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il «monkeypox» per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.
Il periodo di incubazione del vaiolo delle scimmie è generalmente compreso tra 6 e 13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. È probabile che ci sia poca immunità all’infezione in coloro che viaggiano o sono altrimenti esposti, poiché la malattia endemica è normalmente geograficamente limitata a parti dell’Africa occidentale e centrale.
Storicamente, la vaccinazione contro il vaiolo ha dimostrato di essere protettiva contro il vaiolo delle scimmie. Sebbene un vaccino (MVA-BN) e un trattamento specifico (tecovirimat) siano stati approvati per il vaiolo delle scimmie, rispettivamente nel 2019 e nel 2022, queste contromisure, avverte l’Oms, non sono ancora ampiamente disponibili e le popolazioni di tutto il mondo di età inferiore ai 40 o 50 anni non beneficiano più della protezione offerta da precedenti programmi di vaccinazione contro il vaiolo.
Per gli esperti «i casi osservati e nei casi in Europa e in Usa, al momento, non presentato segni clinici di gravità». L’Iss ha fatto sapere: «La malattia si risolve spontaneamente in una o due settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche. Possono essere somministrati degli antivirali quando necessario. Ed è possibile che le persone non vaccinate contro il vaiolo siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox». L’Organizzazione mondiale della sanità al momento «non raccomanda alcuna restrizione per i viaggi e gli scambi commerciali con il Regno Unito sulla base delle informazioni disponibili».