A meno di due mesi dalla riapertura delle scuole c’è ancora molta incertezza sulle linee guida e gli investimenti necessari per garantire le lezioni in presenza. Le scuole sono finite poche settimane fa, senza grosse novità rispetto al settembre del 2021. I problemi denunciati un anno fa sono sempre gli stessi: il sovraffollamento delle classi, i mancati investimenti sugli impianti di ventilazione, la capienza sui mezzi di trasporto.
L’incognita principale riguarda l’utilizzo delle mascherine. Pochi giorni prima dell’inizio degli esami di terza media e di maturità 2022, il ministero della Salute ha rimosso l’obbligo di indossare la mascherina in vigore durante tutto l’ultimo anno scolastico. Come era già successo anche per i luoghi di lavoro, il governo ha deciso di mantenere soltanto una raccomandazione, in particolare in caso di possibili assembramenti.
Ma per il nuovo anno scolastico l’assenza di interventi su aerazione e ventilazione ostacolano il rientro in classe senza mascherine. È stato massiccio l’utilizzo di risorse pubbliche da parte delle scuole per attività di disinfezione delle superfici, ma limitata la considerazione delle evidenze scientifiche che impongono investimenti per migliorare la qualità dell’aria. È questo uno dei risultati emersi dalla ricerca della fondazione Gimbe in collaborazione con l’associazione nazionale presidi (Anp) che ha coinvolto 312 istituzioni scolastiche.
Per migliorare ventilazione e aerazione dei locali ci si è affidati prevalentemente al protocollo «finestre aperte», in misura minore ad attrezzature per la purificazione e filtrazione dell’aria e solo in 9 casi sono stati installati sistemi di ventilazione meccanica controllata. Nel 46% dei casi non è stata ricevuta nessuna informazione, dal Ministero o dalle Asl, sulla trasmissione prevalente del virus per aerosol e su dispositivi o impianti per l’areazione degli ambienti scolastici. Solo nel 14,8% dei casi le informazioni hanno riguardato entrambe le tematiche.
«L’assenza di interventi strutturali in grado di garantire un’adeguata ventilazione ed aerazione dei locali – commenta Antonello Giannelli, presidente Anp – è il vero tallone d’Achille, in assenza del quale il prossimo anno scolastico difficilmente potrà essere affrontato senza ricorrere all’utilizzo delle mascherine». E, quindi, nonostante la vaccinazione di bambini e ragazzi e la diffusione di nuove varianti del virus meno gravi rispetto alle prime versioni si prospetta un rientro in classe con mascherina obbligatoria, dopo che era stata tolta persino ai candidati agli esami di Stato.