A Helene tornava sempre alla mente la scena in cui era stata portata in questura con Adsum ed era stata sottoposta al primo interrogatorio della sua vita. La morte di Nihil aveva sconvolto la sua serenità. Era stato peggio di un incubo e da allora era depressa. Si era rintanata in casa, non aveva avuto voglia di fare nulla, neanche di uscire a fare shopping e di andare al mare.
Peter, il suo compagno, che per i troppi impegni con l’azienda era scomparso per due mesi, si rifece vivo a fine agosto, ma non riuscivano più neanche a fare l’amore. Ogni volta che voleva farla sua esplodeva in crisi di pianto e cominciava a parlare di Nihil. Peter si voltava nudo nel letto e con il pancione l’abbracciava. Dopo un po’ si addormentava e cominciava a russare. Helene invece non riusciva a chiudere occhio per tutta la notte.
Peter poi a metà settembre ripartì per Roma e la lasciò di nuovo sola. La sua insensibilità la spinse a dubitare che l’amasse davvero. L’unico che avrebbe potuto comprenderla era Adsum, ma non riusciva a rintracciarlo. Allora si rivolse a uno psicologo che, per ascoltarla, le domandò 200 euro, e le prescrisse come cura contro la depressione un po’ di sana vita mondana. Pensò che fosse la cura adatta per lei e mise immediatamente in pratica i consigli del medico. Tirò fuori dalla borsa la carta di credito di Peter e andò prima dal parrucchiere per un taglio di capelli all’ultima moda e poi a iscriversi in palestra. Nel giro di un mese, ne era certa, sarebbe rinata e dei bei maschioni le avrebbero sbavato addosso come un tempo.
Un pomeriggio, dopo aver fatto spese, stava tornando a casa. Era appena scesa dall’autobus ed era in Viale lungo l’Affrico. Squillò il telefono.
– Ciao, amore.
– Ciao, Peter.
– Come ti senti?
– Sono stata a fare shopping. Ho speso un po’ di soldini e mi sento meglio.
– I tuoi spero.
– No, il mio conto è in rosso. Ho usato la tua carta di credito.
– Che brava!
– Spendere mi fa stare bene: devo farlo più spesso.
– Speriamo che tu ti riprenda presto. Di questo passo resterò senza un euro.
– Caro, stai diventando avido? Ho speso solo pochi soldini.
– No, macché!
– Sei ancora fuori città? Oggi non mi hai pensato proprio. Non mi hai mandato neanche un messaggio.
– Ho lavorato tutto il giorno.
– Lavori sempre. Dovresti pensare più a me. Quando rientri?
– Sono in auto: sto guidando. Sto tornando in città.
– Perché non mi hai detto nulla?
– Volevo farti una sorpresa!
– Che amore!
La notizia del ritorno di Peter mandò Helene in un brodo di giuggiole. Non stava più nella pelle al pensiero di rivederlo. Prima di rincasare passò alla Coop per fare la spesa. Quella sera lo avrebbe accolto in tutto il fulgore della sua rinnovata bellezza e con uno dei suoi manicaretti. E tra un drink e l’altro avrebbero trascorso un’indimenticabile notte d’amore.
Peter arrivò in città alle venti in punto. Era settembre inoltrato, ma l’estate non volgeva al termine e faceva molto caldo. Parcheggiò la Mercedes Benz Highlight in via della Rondinella. Helene lo attendeva con ansia. Appena entrò in casa lasciò i fornelli e gli gettò le braccia al collo.
– Ciao, amore.
– Ciao, tesoro.
– Mi sei mancato.
– Anche tu.
– Stasera faremo scintille.
– Non aspetto altro.
– Mi sono iscritta in palestra. Dovresti fare un po’ di attività fisica anche tu.
Peter piccato si guardò la pancia che traboccava dalla camicia e provò a nasconderla portando le mani sull’addome. Era già tutto pronto per la cena. Helene aveva tirato fuori le ricette della nonna e aveva cucinato del pesce gratinato al forno. Peter si sedette a tavola. Helene indossava un abito lungo senza maniche in chiffon con ricami, che lasciava trasparire i morbidi fianchi e i seni abbondanti e flaccidi.
– Cara…
– Sì, caro…
– Sei mezza nuda. Vuoi cenare così?
– Sì, fa caldo.
– È vero.
– Sarà ritornato Caronte.
… Continua… Vi aspettiamo alla prossima puntata!