Roberto Burioni sconfessa se stesso. Il virologo che più di tutti ha difeso l’operato del ministro della Salute Roberto Speranza sulla gestione del Covid, ha deciso di fare un clamoroso passo indietro su alcuni dei temi più discussi: Green pass, obbligo vaccinale, efficacia dei farmaci anti-Covid.
Ospite del programma Che Tempo che Fa, condotto da Fabio Fazio, Burioni ha innanzitutto ammesso di aver contratto il virus: «Non sono lì in studio perché ho il Covid». Il tutto nonostante la quarta dose effettuata pochi giorni prima. Il primo ottobre aveva sbandierato sui social la sua impresa: «Mi sono vaccinato con la quarta dose», aveva scritto. «Consiglio a chi può di fare lo stesso, i casi stanno aumentando ed è meglio farsi trovare con una protezione supplementare, garantita da tutti i vaccini disponibili. Meglio un uovo oggi che il Covid domani. La quarta dose funziona».
La quarta dose funzionerà pure, però lui la malattia se l’è presa comunque. «Il vaccino – ha
detto Burioni – non ha più grande efficacia nel proteggere contro l’infezione: fino alla Delta aveva notevole efficacia, quindi green pass e obbligo avevano un senso. Ma io, a casa col Covid, sono l’esempio del fatto che il vaccino non protegge contro l’infezione». In realtà, basta controllare i dati per rendersi conto, la «protezione dall’infezione» non c’era mai stata, tant’è che da quando sono stati introdotti Green pass e obbligo vaccinale si sono contati milioni di contagi e ricoveri, e persino decessi.
Dopo le dichiarazioni da Fazio, il virologo fa alcune precisazioni sui social. «Purtroppo, nonostante le attenzioni, anche io mi sono preso il Covid», ha scritto. «A chi dice che il vaccino non funziona vorrei fare notare che mi sono collegato da casa e non da una stanza di ospedale, dove probabilmente sarei finito senza vaccino». Ma la realtà dice tutt’altro: ci sono milioni di non vaccinati che hanno preso il virus senza finire ricoverati, forse anche perché, come sostengono autorevoli esperti, la malattia odierna non è più quella di due anni fa.
«Mentre fino alla variante Delta ci vaccinavamo anche per proteggere gli altri – ha scritto il professore da Omicron in poi il vaccino protegge soprattutto chi se lo fa. Insomma, è come mettersi il casco, ed è meglio metterselo per il proprio bene». Ci sono voluti due anni ma Burioni ha spiegato che il vaccino è, nei fatti, una questione privata, e non serve a proteggere gli altri e tanto meno a evitare i contagi. E pensare che lo stesso Burioni era stato autore, in tempi non sospetti, di affermazioni quali «I vaccinati non possono trasmettere la malattia». Per non parlare della sua feroce condanna contro chi rifiutava l’imposizione del vaccino: «Dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come dei sorci». Eppure anche di fronte alle evidenze scientifiche, con buona pace di Burioni, l’Italia continua ad insistere con le restrizioni e con l’obbligo di vaccino ad alcune categorie professionali.