Un anziano era stato trovato morto lungo i binari della ferrovia a Genova proprio un anno fa travolto da un treno merci. Un controllore lo aveva obbligato a scendere dal treno perché non aveva il Green pass. Adesso il funzionario in servizio sull’Intercity Notte 35299 la sera del 27 novembre del 2021, un uomo 61 anni, è finito a processo con l’accusa di abbandono di persona incapace.
Dalle pagine de La Verità, Mario Giordano riportato un episodio nefasto avvenuto durante la pandemia. La morte di un anziano causata dal lasciapassare, risalente ad un anno fa. Salvatore è stato buttato giù da un treno e lasciato da solo in mezzo ai binari perché privo del Green Pass. Salvatore aveva 80 anni. Era malato e confuso. I medici riferiscono che aveva un deficit cognitivo piuttosto importante ed era incapace di badare a sé stesso. Per di più camminava con due stampelle, ma ciò non è bastato per solleticare la pietà degli “integerrimi” funzionari che su tutto il territorio italiano hanno eseguito gli ordini del governo.
Quando Salvatore ha cominciato a camminare sulle rotaie non sapeva orientarsi. È morto poco dopo essere stato buttato giù dal vagone, travolto da un treno merci. A distanza di un anno da questo episodio avvenuto a Genova si è aperto il processo contro il controllore di Trenitalia che prese quella decisione. Si chiama Domenico Tripodi, 61 anni e rischia l’imputazione per abbandono d’incapace aggravato dalla sopravvenuta morte.
«A processo, in quell’aula ligure, non ci deve andare solo il controllore Tripodi. Ma tutti coloro che hanno armato la sua disumanità», scrive Giordano. «Non permetteremo di isolare quest’infame gesto dall’infamia assai più estesa del green pass. Non permetteremo che la follia vissuta quella notte a Genova rimanga separata dalla follia vissuta per oltre due anni in tutta Italia. Non permetteremo che quell’evidente assurdità individuale resti scollegata dall’assurdità ben più generale e collettiva che ci è stata imposta».
Secondo Giordano, infatti, il controllore di Genova si sarebbe comportato esattamente come i controllori del Paese: «Ha buttato giù Salvatore dal treno perché l’avevano convinto che così facendo avrebbe salvato vite umane. Invece l’unica cosa certa è che una vita umana l’ha distrutta. E non importa che Salvatore fosse un boss, un capofamiglia mafioso, appena uscito dal carcere di Asti e in viaggio per tornare a Agrigento. Poteva essere qualsiasi persona. Qualsiasi anziano. Qualsiasi malato. Il suo corpo abbandonato in galleria poteva essere quello di ciascuno di noi o dei nostri cari. E proprio per questo torna a interrogarci, mentre i potenti della terra, decidono di legarsi al Green Pass a vita: ma quanto sono stati disumani coloro che proclamavano di voler salvare l’umanità? E prima o poi pagheranno per ciò? O l’unico processo che si farà sarà quello a un controllore di Genova?».