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«Manipolazione dei dati pandemici»: l’intervento dell’avv. Sandri alla Consulta

La relazione dell’avvocato davanti alla Corte Costituzionale mette in luce le principali criticità sul piano scientifico, prima ancora che giuridico, sull’obbligo vaccinale imposto dal governo Draghi

Redazione di Redazione
Dicembre 3, 2022
in Italia
Tempo di lettura: 3 mins read
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«Manipolazione dei dati pandemici»: l’intervento dell’avv. Sandri alla Consulta

Una decisione che ha spiazzato tutti, quella della Corte Costituzionale italiana, che si è pronunciata a favore dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori e per gli over 50 introdotto dal governo Draghi. Ritenendolo legittimo, nonostante i tanti dubbi avanzati da tanti esperti. E confermati dalle dichiarazioni dei vertici di Pfizer al Parlamento europeo sui mancati test di trasmissibilità. Pur essendo vaccinati, dunque, è possibile prendere il Sars-Cov-2 e non è escluso che si possa trasmettere anche ad altri. In nome di cosa è stato quindi imposto l’obbligo vaccinale?

Lasciando perdere il monito di Draghi («Non ti vaccini, ti ammali, muori»), secondo quanto dichiarato dall’avvocato Chiara Tomiola (dello Stato), in udienza alla Consulta, «l’efficacia dei vaccini si evince dai dati dell’Istituto superiore di sanità, che comprovano che due terzi delle persone non si ammalano». Una ulteriore conferma di come non ci sia una copertura totale in questo senso.

«Questo vaccino non è stato approvato per immunizzare, ma non è stato neanche testato per immunizzare. Siamo di fronte a una manipolazione dei dati», ha dichiarato l’avvocato Mauro Sandri davanti alla Corte Costituzionale. Dal bollettino Iss del 23 novembre emerge, infatti, che i bambini di 5-11 anni con due dosi di vaccino si infettano il 30,4% in più; i giovani 12-39 anni con booster si infettano il 22% in più; gli adulti 40-59 anni con booster si infettano il 56% in più; gli anziani 60-79 anni con booster si infettano ormai il 2% in più dei non vaccinati, e se fermi a 2 dosi (dunque probabilmente più distanti dall’ultimo inoculo) si infettano il 7% in più.

Le parole dell’avvocato Mauro Sandri nell’aula di palazzo della Consulta sono chiare, a partire dal problema dei tamponi usati a scopo diagnostico: «Siamo l’unico Paese al mondo che ha 23 milioni di asseriti malati di Covid che tali non sono», ha spiegato davanti alla Corte Costituzionale l’avvocato, che ha insistito sul fatto che sia stata identificata la malattia Covid con il virus Sars Cov2: in questo modo è stata sovrapposta «la causa con l’effetto, due concetti scientifici totalmente diversi», in base a questo, «ogni soggetto rilevato positivo ad uno strumento in vitro» è diventato «automaticamente un malato di Covid».

Sandri ha toccato il problema dei cicli di amplificazione dei test Pcr, usati impropriamente a scopo diagnostico: «I cosiddetti positivi a rilevamento con Pcr rappresentano il 98% dei presunti malati. Se il 98% delle persone viene rilevato positivo a uno strumento in vitro e non si ammala mai, come si può sostenere che ci sia una pandemia in questo Paese? Poiché l’Oms, che è più preciso del legislatore italiano, precisa che pandemia significa diffusione della malattia e non diffusione del virus. Sono due concetti completamente diversi».

Nel frattempo, però, la discriminazione in democrazia è stata ampiamente accettata e prosegue ancora. Non contento di aver privato i lavoratori di un diritto fondamentale, il governo Draghi decise anche di bastonare i non vaccinati over 50 sanzionandoli con multe da 100 euro qualora non si fossero messi in regola entro 180 giorni sottoponendosi all’iniezione. Una persecuzione che sembra estranea a una democrazia ma che, invece, non lo è. Il risultato è che sarebbero già partite circa 2 milioni di contestazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate ai multati che, se non dovessero pagare entro 60 giorni, dovrebbero sborsare una cifra maggiorata.

La decisione della Consulta ha fatto esultare quei sostenitori del vaccino che hanno sempre visto i non vaccinati come appestati. Qualche giornale parla, infatti, di “sconfitta dei no vax”, rispettando la distinzione tra buoni e cattivi. L’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, tra i principali protagonisti delle misure messe in campo durante l’emergenza, commenta la decisione della Corte costituzionale dicendo che l’obbligo vaccinale è stata una «scelta forte del governo in una fase difficile, in cui i contagi erano alti».

Tags: ConsultaCorte costituzionaleMauro SandriObbligo vaccinale
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