Mentre la Corte Costituzionale ha salvato l’obbligo vaccinale, un giudice di pace ha scritto una coraggiosa sentenza a difesa della Costituzione. La Carta, infatti, non ammette un obbligo di vaccinarsi indiretto, indotto attraverso la minaccia della perdita del lavoro. Qualcosa si muove anche sul fronte della Magistratura, per lo più silente in questi quasi tre anni di pandemia: la buona notizia arriva da Chiavari, comune della città metropolitana di Genova, e precisamente dal giudice di pace Cristina Grassone, che ha dichiarato «illegittima, nulla e annullabile» l’ingiunzione emessa dalla Prefettura di Genova.
I fatti risalgono al 19 febbraio 2022, allorché un uomo, rifiutatosi di mostrare il Green pass rafforzato mentre era in un locale di Sestri Levante, si vide comminato il verbale dalla polizia municipale e una sanzione amministrativa di 400 euro. La difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Marco Mori, ha fatto appello alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, la cosiddetta Carta di Nizza del 2000 (ratificata, l’anno seguente, dal governo italiano).
«L’obbligatorietà della vaccinazione per l’accesso al servizio di ristorazione di un locale aperto – si legge nelle motivazioni della sentenza – si pone in evidente contrasto con il principio sancito nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». Parliamo del diritto all’integrità della persona, sancito all’articolo 3, che prevede che nell’ambito dei trattamenti sanitari debbano essere in particolare rispettati il consenso “libero e informato” della persona interessata. Di fatto si ammette che il Green pass, oltre che un efficace strumento del controllo sociale, estorceva il consenso alla vaccinazione e minava le libertà individuali.