È ormai certo che le miocarditi possono essere una seria complicanza dei vaccini a mRna contro il Covid-19. Altrettanto certo è che lle miocarditi si possono presentare anche come conseguenza dell’infezione da parte di vari virus tra cui anche SARS-CoV-2. Pertanto l’argomento è materia di dibattito tra vaccinisti e no vax. Gli aspetti scientifici della questione sono importanti sia per effettuare un bilancio tra rischi e benefici in fase pre-vaccinale, sia per la corretta diagnosi dei casi gravi. A tal proposito la testata americana The Epoc Time, dopo una richiesta ufficiale fatta ai Center for disease control and prevention (Cdc), l’autorità sanitaria statunitense, è riuscita a ottenere la documentazione relativa ai casi.
LEGGI ANCHE: Vaccino anti-Covid e miocarditi: ecco qual è la causa
Sono emerse diverse centinaia di eventi avversi legati alla somministrazione dei vaccini Pfizer e Moderna. Un importante passo avanti per capire quali siano davvero i rischi delle somministrazioni di massa volute negli ultimi mesi dai governi, a fronte di benefici che sembrano sempre più ridotti ora che il Covid fa sempre meno paura. Il professor Vinay Prasad del dipartimento di epidemiologia dell’Università della California, insieme a un team di ricercatori, ha realizzato un’ampia revisione di articoli usciti sul tema vaccini e miocarditi. Sottolineando come la maggior parte degli studi in merito fossero incompleti: su 758, solo il 28% dei documenti prendeva in considerazione fattori come età, numero di dosi ricevute e tipo di farmaco inoculato.
L’incidenza delle miocarditi, nelle ricerche effettuate con maggior rigore, «variava da 8,1 a 39 casi ogni 100 mila persone». Un’incidenza che però, secondo Prasad, varia in base al numero di fattori di rischio presi in considerazione: «Sembra inappropriato utilizzare stime di incidenza di miocardite non stratificate o ampie, quando si mette a punto una politica di vaccinazione giovanile». Stando ai dati del Vaers (un programma statunitense per la sicurezza dei vaccini) nella fascia d’età tra i 12 e i 15 anni sarebbero stati documentati 4,64 casi per 100.000 dosi.
Sempre secondo il Vaers, gli uomini in età inferiore ai 40 anni che avevano ricevuto una seconda dose di Pfizer o Moderna riportavano la più alta incidenza di miocardite. Ci sono cinque studi che evidenziano un’incidenza superiore a 10 casi per 100 mila persone negli uomini di età compresa tra i 12 e i 19 anni dopo la seconda dose di Pfizer.