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Un corso dell’Ue insegnò la strategia del terrore in caso di pandemia

Dall’insistenza sui vaccini come unica soluzione fino al controllo dell’informazione e dei social: era stato tutto anticipato dal progetto Tell Me, sostenuto finanziariamente dalla Commissione europea e svoltosi dal 2013 al 2016

Redazione di Redazione
Febbraio 9, 2023
in Italia
Tempo di lettura: 2 mins read
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Un corso dell’Ue insegnò la strategia del terrore in caso di pandemia

Era tutto scritto. Un corso di formazione ha preparato i professionisti della salute a rivolgersi alla popolazione durante una pandemia, basandosi sulle lezioni apprese nel 2009 quando si diffuse la H1n1. Si tratta, come riporta La Verità, del progetto Tell Me, sostenuto finanziariamente dalla
Commissione europea e svoltosi dal 2013 al 2016: «un progetto collaborativo di 36 mesi che mira a fornire prove e sviluppare modelli per una migliore comunicazione del rischio durante le crisi di malattie infettive».

Nel board di Tell Me sedeva anche Pier Luigi Lopalco, virostar convertita alla politica da Michele Emiliano e poi candidato non eletto del Pd in Puglia. E tra i partner del progetto europeo,
assieme a vari altri organismi internazionali, c’era il Centro Nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute (Cnesps) facente capo all’Istituto superiore di sanità. Un centro che fu chiuso dopo che, nel 2015, Walter Ricciardi divenne commissario dell’Iss.

A quanto pare le lezioni apprese nei tre anni di svolgimento di Tell Me sono servite ai medici italiani, i quali hanno messo in pratica molti dei comportamenti suggeriti dai documenti prodotti nel corso del progetto, dall’insistenza sui vaccini come unica soluzione fino al controllo dell’informazione e dei social. Il report elaborato da Tell Me prende in considerazione l’eliminazione delle esenzioni religiose, riportando tuttavia il parere contrario di Paul Offit (oggi consulente esperto della commissione vaccini di Fda, quella che alla fine ha raccomandato la vaccinazione anche per i bambini): «Proposta fantasiosa, i Tribunali statunitensi non hanno soppresso neanche le esenzioni religiose ai medicinali salvavita, figuriamoci queste». Ma, secondo Tell Me, la «lunga storia di vaccinazioni obbligatorie in America, dall’antivaiolosa al vaccino contro l’antrace, avalla il ricorso all’obbligo».

Poco importa che, per stessa ammissione di Tell Me, abbia dato vita, negli Usa, ai movimenti no vax: «Gli obblighi comportano una sanzione, di solito la negazione di un privilegio sociale come frequentare la scuola o lavorare in un ospedale – si legge nel report – ma portano a una migliore diffusione del vaccino, conferendo benefici significativi alla popolazione». Come esempio di best practice c’è la Slovenia che ha uno dei programmi di vaccinazione più aggressivi al mondo: impone la vaccinazione sotto minaccia di pesanti sanzioni economiche, consentendo solo esenzioni mediche riviste dal comitato e vanta un tasso di conformità superiore al 95% per i vaccini obbligatori.

E gli eventi avversi? Nei documenti di Tell Me si parte dal presupposto che siano «rari» e «lievi», per definizione e sarebbe meglio non diffonderli, come spiega Pier Luigi Lopalco (all’epoca membro dell’Ecdc a capo del programma vaccini) in un video ancora presente sul sito di Tell Me. Come riporta la Verità nel filmato il medico parla degli eventi avversi da vaccinazione Fluad: «La prima regola per una comunicazione efficace – dice . è che bisogna basarsi sull’evidenza che questi eventi avversi non erano correlati alla vaccinazione». Nessun accenno sulla necessità di implementare la farmacovigilanza attiva.

Insomma, già tra il 2013 e il 2016 il programma europeo sosteneva che insistere con obblighi e restrizioni aumentasse il tasso di vaccinazione, in pratica è la strategia che sarebbe poi stata applicata Italia con il Covid-19.

Tags: Covid-19Obbligo vaccinaleVaccini anti-Covid
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