L’Europa riapre, l’Italia chiude. Dopo Danimarca, Spagna e Regno Unito anche Svizzera, Germania e l’Austria eliminano le misure anti-Covid. In Italia restano in piedi tutte le limitazioni dovute al Green pass e all’obbligo vaccinale per i lavoratori over 50. Così sempre più italiani pensano di fuggire all’estero. Barbara, della provincia di Bologna, ha deciso di vendere il proprio negozio di parrucchiera e andare in Portogallo: «Il mio Green pass è scaduto. Mi sono pentita di aver fatto le prime due dosi perché ho avuto solo danni, la terza se la faccia chi vuole ma non io. In ogni caso me ne andrò da questo Paese», racconta a La verità.
Dal Portogallo alla Svezia, la maggior parte di Paesi europei ha già archiviato le restrizioni legate alla pandemia: addio a mascherine, pass vaccinali e smart working. Tornando a una normalità reale o a una convivenza pacifica con il Covid. A differenza di quella sbandierata dai media nostrani. L’Italia è il Paese che più di tutti in Europa in nome della pandemia ha calpestato i diritti fondamentali, come il diritto al lavoro imponendo l’obbligo vaccinale agli over 50 e il diritto allo studio causando discriminazioni fin dalla scuola elementare tra studenti vaccinati e non vaccinati.
Per capire lo scollamento tra le decisioni del governo italiano, che da due anni impattano sulla vita degli italiani, basta volgere lo sguardo oltre i confini e guardare alla vicina Svizzera: da oggi non sono più necessari mascherina e Green pass per accedere a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, altre strutture aperte al pubblico e manifestazioni. Le misure sanitarie per l’ingresso nel Paese saranno totalmente abolite. Rimangono in vigore fino a fine marzo l’uso obbligatorio di mascherine nei trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie, così come l’isolamento dei positivi per cinque giorni. Cancellata anche la raccomandazione dello smart working: saranno le imprese a decidere se continuare a far lavorare i dipendenti da casa e imporre l’uso della mascherina nei loro locali visto che per legge sono tenute ad adottare le precauzioni necessarie per proteggere i lavoratori.
In Germania cadono e regole di accesso ai negozi con il 2G, equivalente del nostro Green pass rafforzato. Si torna dunque in tutti i negozi, al museo, nelle biblioteche e negli impianti sportivi senza l’esibizione di alcuna certificazione. Il governo federale e i presidenti dei land tedeschi hanno concordato un piano che scatterà dal 20 marzo. Secondo la prima bozza di risoluzione «tutte le misure protettive di più ampia portata» saranno ritirate. La strada tracciata prevede lo stop graduale alle restrizioni per gli assembramenti privati, i negozi, ristoranti e alberghi. Dovrebbe rimanere in vigore però l’obbligo della mascherina.
Anche in Austria si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Il Paese infatti consentirà anche ai viaggiatori non vaccinati, ma in possesso di tampone negativo, di entrare nel Paese dal 5 marzo prossimo. La regola del 3G (vaccinato, guarito o sottoposto a tampone) verrà revocata e non sarà necessario presentare il lasciapassare per entrare nei luoghi pubblici. Addio all’uso obbligatorio della mascherina in tutto il Paese, anche all’interno, ad eccezione di ospedali, case di cura, trasporti pubblici, negozi alimentari, uffici postali e bancari.
In Italia il Green pass non viene revocato. E le discriminazioni a chi non possiede il lasciapassare continuano. «Non stiamo sfiorando il ridicolo?», si chiede Susanna Tamaro sulle pagine del Corriere delle Sera. «L’epidemia per fortuna è alle spalle, la sua virulenza si è affievolita, andiamo verso la bella stagione, il Paese è stremato, le persone sono sempre più povere e le famiglie dilaniate da feroci conflitti tra diverse fazioni, amicizie di una vita cancellate per sempre da reciproci anatemi creando nuove e terribili solitudini umane, per non parlare dei bambini che, dopo due anni di isolamento e di nefaste comunicazioni dei media, vivono in uno stato di fragilità e di terrore a cui sarà difficile porre rimedio. Demonizzare i no vax a questo punto, imponendo la loro resa totale con l’obbligo dei vaccini, non può che esasperare la situazione perché spinge verso reazioni sempre più estreme e irrazionali. E l’irrazionalità è la cosa di cui abbiamo meno bisogno in questo momento».