Arriva una sorprendente, pur se assai parziale, retromarcia sulle vaccinazioni Covid: l’Organizzazione mondiale della Sanità ora sconsiglia il vaccino «per bambini e ragazzi». Dal 20 al 23 marzo, si è riunito il gruppo consultivo strategico di esperti sull’immunizzazione dell’OMS (SAGE) che
ha rivisto la road map per le vaccinazioni Covid.
Confermata la priorità di proteggere le popolazioni a maggior rischio di morte e malattie gravi dall’infezione da Sars-CoV-2 e quella di mantenere alta la guardia con misure idonee a garantire la tenuta dei sistemi sanitari. Per questo sono state previste tre fasce di rischio: alta, media e bassa. Nella prima fascia troviamo le persone «anziane e fragili», e in questo caso nessuna retromarcia, anzi la vaccinazione, secondo l’Oms, deve addirittura essere integrata da un richiamo «ogni 6-12 mesi». La fascia media è quella composta da «adulti sani senza comorbilità» – di solito di età inferiore ai 50-60 anni – e minori «con comorbilità», per la cui platea sono comunque raccomandate la prima, la seconda e anche la terza dose. Vi è, poi, la fascia a basso rischio, vale a dire bambini ed adolescenti sani che «non necessitano della vaccinazione».
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Davvero tardiva quest’ultima raccomandazione, che dunque interessa la fascia tra 6 mesi e 17 anni. «Abbiamo riflettuto soprattutto sul fatto che gran parte della popolazione è vaccinata o precedentemente infettata da Covid-19, o entrambe le cose – ha dichiarato la portavoce del gruppo di superesperti –, ma questo non toglie che resti importante vaccinare con booster aggiuntivi coloro che sono ancora a rischio di malattia grave, per lo più adulti più anziani e quelli con patologie preesistenti». «I paesi – ha aggiunto – dovrebbero poi considerare il loro contesto specifico per decidere se continuare a vaccinare i gruppi a basso rischio, come bambini e adolescenti sani, senza che ciò comprometta le vaccinazioni di routine che sono cruciali per la salute e il benessere di questa fascia di età».
Ma l’Oms continua a ribadire che le dosi primarie e di richiamo sono sicure ed efficaci nei bambini e negli adolescenti. Tuttavia, considerando il basso carico di malattia, l’Oms esorta i paesi che prendono in considerazione la vaccinazione di questa fascia di età a basare le loro decisioni su fattori contestuali, come il carico di malattia, l’efficacia in termini di costi e altre priorità sanitarie o programmatiche e costi di opportunità. L’Oms osserva in proposito che l’impatto sulla salute pubblica della vaccinazione di bambini e adolescenti sani è relativamente molto inferiore ai benefici stabiliti dei tradizionali vaccini essenziali per i bambini – come i vaccini coniugati contro il rotavirus, il morbillo e lo pneumococco – o a confronto con l’impatto che hanno invece i vaccini Covid per i gruppi ad alta e media priorità.
Mentre i bambini con condizioni di immunocompromissione e comorbidità affrontano un rischio più elevato di Covid-19 grave, quindi sono inclusi rispettivamente nei gruppi ad alta e media priorità. Le raccomandazioni contengono un’indicazione anche per le donne in gravidanza, a cui è consigliato un richiamo se sono passati più di sei mesi dall’ultima dose: «La vaccinazione protegge sia loro sia il feto», scrive l’Oms. Rimane dunque il persistente leitmotiv sui vaccini nonostante l’Oms stessa sia pronta dopo più di tre anni scanditi da mascherine e lockdown ad annunciare la fine dell’emergenza sanitaria. Lo scorso settembre l’Oms ha dichiarato che la fine della pandemia è «in vista».