Ciò che sta emergendo sui vaccini Covid denota come sia stata data una scarsa attenzione alla salute delle persone, tra effetti collaterali non considerati, tempi di sperimentazione ridotti e ora anche fiale difettose. È quanto è stato denunciato in Danimarca tramite uno studio condotto da tre ricercatori danesi guidati da Peter Riis Hansen, professore presso il Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Gentofte dell’Università di Copenhagen.
Stando all’articolo pubblicato dai tre scienziati, su quasi 8 milioni di dosi di vaccino anti-Covid somministrate in Germania da dicembre 2020 a gennaio 2022, su un totale di 52 lotti, si sarebbero verificati circa 69.000 sospetti effetti avversi. Di questi, oltre 14.000 classificati come “gravi”. I ricercatori hanno suddiviso i 52 lotti in 3 gruppi: tasso di segnalazione non grave, grave e decessi.
I tre ricercatori danesi hanno sottolineato come «la possibilità di variazioni in base ai lotti sembra degna di indagine», ricordando anche come in Giappone, nel 2021, in tre lotti di Moderna contenenti 1,6 milioni di dosi sono state ritrovate «39 fiale contaminate da particelle di acciaio». Hansen, insieme ai colleghi Max Schmeling e Vi beke Manniche, ha pubblicato il documento contenente lo studio sulla rivista European Journal of Clinical Investigation, intitolandolo “Sicurezza dipendente da lotti di vaccino mRna”.
Ad aver posto l’accento su questo studio danese è stato anche Peter McCullough, noto cardiologo americano censurato da Twitter per aver esposto dubbi sull’affidabilità dei vaccini anti-Covid. Ora avrebbe pubblicato la sua contrarietà supportata dai dati dei tre ricercatori danesi: «l 71% degli eventi avversi gravi proveniva dal 4,2% delle dosi». I dati sembrerebbero dunque sottolineare come più del paziente a contare sarebbe stata la dose ricevuta, con alcune decisamente più pericolose di altre.
L’attenzione è stata di conseguenza rivolta all’assenza degli opportuni controlli che dovrebbero essere messi in atto prima di somministrare vaccini. Negligenza, questa, che è costata cara a molte persone e che potrebbe costare caro anche in futuro in base a quanto mRna contaminato è stato iniettato. I ricercatori hanno concluso sottolineando come siano necessari nuovi approfondimenti per confermare o confutare quanto scoperto dallo studio sui vaccini Pfizer.