Forse bisognerà aspettare la fine del mandato del presidente Joe Biden, per capire davvero cosa ne sarà Anthony Fauci. In attesa che la giustizia americana si pronunci, lo scienziato Usa è stato deferito al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per aver mentito sull’origine del Covid. Altro che pangolino e salto di specie, i suoi collaboratori lo avevano avvisato dell’alta probabilità di fuga dal laboratorio di Wuhan ma lui ha portato avanti la narrazione dell’origine naturale. E non è un caso che adesso il Dipartimento per la sanità ha imposto il divieto, per 10 anni, di finanziare l’Istituto di Virologia di Wuhan (Wiv), laboratorio di ricerca cinese sovvenzionato proprio dal Nih/Niaid di Fauci e Collins. Secondo La Verità, si tratterebbe di una vera e propria ammissione di colpevolezza.
«Bugie pronunciate davanti al Congresso». Il senatore Rand Paul ha accusato pubblicamente Fauci di aver «mentito sulle origini del virus», che a detta del medico sarebbero naturali. Ciò nonostante, l’Italia non solo ha accolto Fauci a braccia aperte con una laurea honoris causa in medicina e chirurgia; ma lo scienziato statunitense è stato perfino nominato consulente del biotecnolopolo di Siena che si occupa dello sviluppo e della produzione di vaccini.
La notizia della revoca delle sovvenzioni al laboratorio di Wuhan è stata riportata da tutti i media americani, a conferma del clamore che continua ad accompagnare la figura di Fauci: la tesi sostenuta da diverse testate è che Fauci fosse consapevole del fatto che, nel laboratorio, si svolgessero esperimenti vietate per legge negli Usa, ma finanziate inconsapevolmente proprio dai contribuenti americani.
Proprio sulle origini del virus e sulle presunte bugie di Fauci è arrivata, in queste ore, un’altra, pesantissima rivelazione. Un team di scienziati vicini al medico (Kristian Andersen, Andrew Rambaut, Ian Lipkin, Edward Holmes e Robert Garry) avevano infatti pubblicato nel 2020 un articolo sulla testata Nature sostenendo la tesi dell’origine “naturale” del Covid. In privato, però, pare che loro stessi fossero consapevoli di ben altre verità. Alcune testate Usa hanno infatti pubblicato mail private, sempre risalenti al 2020, nelle quali gli stessi ricercatori informavano Fauci «dell’alta probabilità» di una fuga dal laboratorio.