Nonostante il Covid sia ormai un brutto ricordo, la follia pandemica non si arresta e dalla Campania arriva un’altra storia di burocrazia sanitaria spinta all’eccesso. È su questo che dovrà indagare la Procura di Nocera Inferiore, che ha aperto un’inchiesta sulla morte della 90enne Raffaela Boffardi, suora della comunità religiosa del monastero di Sant’Anna, avvenuta dopo essere stata costretta ad aspettare per ben due ore seduta in ambulanza.
A ricostruire l’accaduto è stata la testata locale Voce di Napoli: Raffaela Boffardi sarebbe morta dopo una lunghissima attesa per l’esito di un tampone, che ha spinto la famiglia a sporgere denuncia per capire cosa sia successo e se, nonostante l’età molto avanzata, la donna non potesse essere salvata. Secondo quanto ricostruito, lo scorso 18 luglio l’anziana è stata colpita da una febbre improvvisa. Soccorsa in un primo momento dal medico di famiglia, è stata successivamente portata all’ospedale Umberto I in ambulanza. Qui però, stando alla ricostruzione di due consorelle presenti al momento dei fatti, invece di essere soccorsa subito, la donna è stata lasciata ben due ore sotto al sole in ambulanza, per conoscere l’esito del tampone anti-Covid.
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Questo perché in Campania, grazie allo zelo del governatore Vincenzo De Luca, l’accesso al pronto soccorso è tuttora consentito previo tampone anti-Covid per i pazienti che manifestano stati febbrili e sintomatologie che interessano le vie respiratorie.
La Procura ha così aperto un’inchiesta. Si dovrà accertare se la lunga attesa in ambulanza possa essere risultata fatale. Al momento due persone risultano iscritte nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Nel frattempo è stata disposta l’autopsia sul corpo dell’anziana, per capire cosa ne abbia causato il decesso. Forse il caldo, come gioverebbe alla nuova narrazione estiva. O forse una burocrazia troppo zelante, che va ben oltre l’umanità e la ragionevolezza e che ricorda fin troppo storie tragiche già sentite in epoca pandemica.
Come il caso, a Sassari, di una donna che ebbe un aborto nel parcheggio dell’ospedale perché senza tampone molecolare non poteva entrare in ospedale. Era gennaio del 2022: oltre un anno dopo e a emergenza ampiamente finita è ancora l’esito di un tampone la discriminante tra l’essere soccorsi e l’essere abbandonati sotto al sole.