Ce n’eravamo quasi dimenticati. E, a dirla tutta, nessuno lo rispetta più da tempo. Ma l’isolamento di 5 giorni per i positivi al Covid esiste ancora. Anche se solo sulla carta. L’ultima circolare che aveva regolamentato l’isolamento dei positivi era stata emanata lo scorso 31 dicembre e obbliga all’isolamento per 5 giorni. Per gli asintomatici l’isolamento termina anche prima dei 5 giorni con un test negativo. Ma la norma non riporta una data di scadenza e non c’è quindi un automatismo per la sua decadenza.
Che il Covid non è più un problema lo sapevamo da tempo. Ma adesso lo certifica anche l’Iss: l’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti cala ancora da 8 a 6, mentre gli ospedali si svuotano con un tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di medicina all’1,3% e delle terapie intensive allo 0,3%. E con questi numeri del Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss, dopo lo stop a Green pass, bollettini quotidiani, quarantena per i contatti stretti e obbligo di mascherine, presto verrà abolito anche l’isolamento per i positivi al Sars-Cov-2. Ad annunciare la caduta di una delle norme simbolo dell’era Covid è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci: «Adesso penso lo toglieremo, ma di fatto credo sia ampiamente inapplicato».
A sollecitare di rimuoverla del tutto è stata la Federazione turismo organizzato, con una lettera al ministro Schillaci e alla ministra del Turismo Daniela Santanchè. «Queste limitazioni – aveva scritto Gabriele Milani, direttore di Fto – sono state previste quando la situazione sanitaria era completamente differente. Non a caso gli altri Stati Ue hanno già tolto isolamento e quarantena l’anno scorso». Tanto più che l’1 luglio è scaduto anche il regolamento europeo sul Green pass e non si possono più emettere i certificati digitali di vaccinazione, test e guarigione.
Finalmente d’accordo anche gli infettivologi. «Bene la scelta di levare del tutto l’obbligo di isolamento per i positivi – commenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova – La normativa attuale discrimina fra chi fa tampone ufficiale e chi fa il test a casa. Siamo rimasti l’ultimo paese in Europa ad avere l’obbligo per legge. L’isolamento va fatto quando e se lo decide il medico che ha in cura il malato, non va imposto per legge». «Al contrario – conclude Bassetti – l’obbligo dell’uso della mascherine nei reparti ospedalieri che ospitano pazienti fragili è sacrosanto e deve restare come eredità della pandemia, a prescindere dal Covid. Perché difende persone con difese immunitarie molto deboli da qualsiasi virus e batterio».
La dichiarazione della fine dello stato di emergenza in Italia, il 31 marzo 2022, ha previsto lo stop del sistema delle zone colorate e delle quarantene precauzionali per contatti con positivi e ha avviato il superamento del Green pass. Ma non ha portato automaticamente alla fine di tutte le misure prese per arginare la diffusione del Covid-19. Poi il 31 ottobre scorso il Consiglio dei ministri ha anticipato la decadenza dall’obbligo vaccinale del personale sanitario, eliminando anche la sospensione dall’esercizio della professione per i medici non vaccinati. A cadere, il primo maggio 2023, è stato l’obbligo di mascherine negli ospedali, ad eccezione dei reparti dove sono ricoverati i fragili e nelle Rsa.
Intanto la Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) e la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), in mancanza di un Piano operativo di vaccinazione anti-Covid per la prossima stagione, hanno formulato un loro calendario vaccinale, derivante da un’analisi delle migliori evidenze scientifiche, raccomandando l’uso di una nuova dose di vaccino contro il Covid-19 nel periodo autunnale, ogni 12 mesi. A dover sottoporsi a vaccinazione tutti gli adulti over 50, coloro – tra i 6 mesi e i 50 anni – con condizioni di fragilità e gli operatori sanitari dopo 12 mesi dall’ultima vaccinazione ricevuta. Il richiamo dopo 6 mesi, invece, è raccomandato per tutti gli anziani over 75,. Inoltre il vaccino andrebbe somministrato a tutti coloro che sopra i 6 mesi d’età abbiano condizioni di immuno-compressione moderata o grave e alle donne in gravidanza (a distanza di 6 mesi dalla precedente). Per tutti i soggetti non rientranti nelle categorie precedenti, invece, è consigliata una dose annuale di vaccino ogni 12 mesi.