“Virus, con il caldo estremo i contagi corrono”. È il titolo di un recente articolo di Repubblica che rimembra l’epoca del terrore virale. La narrazione non cambia. Cosa rischiamo con temperature che superano i 40 gradi? Rispondono i virologi Pregliasco e Maga: «Adenovirus ed enterovirus possono metterci in scacco».
Il gran caldo secondo Fabrizio Pregliasco, tra i più allarmisti virostar durante la pandemia da Covid, può colpire anche attraverso infezioni provocate dai virus particolarmente agevolati nell’attaccare il nostro organismo. «Il picco di contagi di infezioni respiratorie è legato alla presenza dell’influenza d’inverno, tuttavia esistono 262 tipi diversi di virus respiratori oltre a quello dell’influenza, che si presentano nel corso di tutto l’anno e dunque anche in estate. I rinovirus e gli adenovirus, ad esempio, durante la stagione estiva hanno una facilitazione di propagazione grazie alle situazioni di sbalzo termico tra luoghi chiusi e climatizzati e il caldo esterno», avverte Pregliasco, secondo cui tanto elevato è lo sbalzo termico quanto maggiore sarà il rischio di beccarsi un contagio.
«Lo sbalzo di temperatura blocca il tipico meccanismo di protezione delle vie respiratorie, la cosiddetta clearance mucociliare. Dagli alveoli risale il muco che ricopre di velo protettivo le pareti dell’apparato respiratorio, lo sbalzo termico blocca il meccanismo che lo rende possibile, lasciando spazio all’attacco da parte del virus», specifica Pregliasco. Se a questo si aggiungono anche la vasocostrizione, i processi infiammatori e l’irritazione che si innescano in un ambiente freddo, i rischi virali indiretti legati alle ondate di calore risultano ancora più evidenti.
Ma niente paura, tenendo sempre a portata di mano l’immancabile mascherina Ffp2 potremmo mettere un primo argine all’assalto dei medesimi virus. Ma il Ministero della Salute sottolinea anche l’importanza di impostare il climatizzatore con una differenza di temperatura non superiore ai 5° C rispetto a quella esterna.
Anche gli enterovirus responsabili di diarrea, mal di pancia, nausea, vomito, mal di gola, eruzioni cutanee e altre condizioni (anche gravi) possono sfruttare a proprio vantaggio gli sbalzi termici per infettarci. «Indeboliscono le nostre difese e ci espongono a infezioni», ha spiegato in un’intervista a Repubblica il professor Giovanni Maga, direttore del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) di Pavia. Lo scienziato ha sottolineato che l’umidità gioca un ruolo significativo nel favorire la trasmissione dei virus respiratori come i rinovirus. «In un ambiente caldo secco hanno difficoltà a trasmettersi, mentre se l’umidità è elevata possono circolare perché le goccioline che i contengono li proteggono. Basta guardare all’influenza, che all’equatore circola tutto l’anno. E l’abbiamo visto anche con SARS-CoV2», ha concluso l’esperto.
Ma il problema è un altro: quella robusta componente dell’informazione che proprio non riesce a disinteressarsi di una convivenza pacifica tra uomini e virus. Sta di fatto che c’è sempre qualche virus pronto all’uso per rovinarci ogni momento dell’anno. Se fa freddo, come dice lo stesso Pregliasco, imperversano quelli influenzali, mentre col caldo ci pensano gli adenovirus e i rinovirus a rovinarci le tanto attese vacanze. Insomma, il rischio di contagiarci è sempre dietro l’angolo.