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Non si vedono, ma sono ovunque. Prediligono gli ambienti caldi e umidi. Sono gli acari della polvere, minuscoli invertebrati della famiglia degli aracnidi, che amano soggiornare nelle nostre case e si nutrono di batteri, funghi e derivati epidermici. Per due persone su dieci la convivenza con gli acari è veramente dannosa, in quanto causa di una delle allergie respiratorie più diffuse. Ed è spesso con l’arrivo della stagione fredda che l’allergia agli acari si fa sentire maggiormente. Ne abbiamo parlato con il dottor Fabio Di Claudio, specialista in Allergologia e Immunologia presso il Centro Medico San Marco di Milano.
«L’acaro della polvere è il più diffuso allergene perenne, per cui i sintomi possono manifestarsi costantemente durante tutto l’anno – spiega il dottor Di Claudio – Per impedire che tale allergia abbia un impatto negativo sulla vita quotidiana, ed evitare l’insorgenza di complicanze, è importante sottoporsi ad un’accurata diagnosi ed individuare la migliore opzione terapeutica disponibile».

Cosa sono gli acari della polvere?
«Gli acari della polvere sono piccoli invertebrati che appartengono alla famiglia degli aracnidi. Hanno una dimensione di circa 0,3 mm, per cui sono difficilmente visibili ad occhio nudo. Rappresentano i più importanti allergeni degli ambienti interni. Non sono gli acari stessi a provocare i sintomi dell’allergia, bensì le sostanze presenti principalmente nelle loro deiezioni, nelle secrezioni e nel corpo morto dell’acaro».
Quali sono i sintomi dell’allergia agli acari?
«I sintomi provocati dall’allergia agli acari della polvere sono causati dalla loro inalazione, e solitamente colpiscono naso ed occhi (rinocongiuntivite allergica): starnutazione, naso chiuso, naso che gocciola, prurito naso-oculare e tosse. Meno frequentemente possono svilupparsi anche sintomi delle basse vie respiratorie, come fiato corto, senso di oppressione toracica e broncospasmo (asma bronchiale). Trattandosi di allergeni perenni, la maggior parte delle persone manifesta questi sintomi durante tutto l’anno; tuttavia può verificarsi un peggioramento clinico nei mesi freddi, quando si trascorre più tempo in luoghi chiusi».
Quando si manifestano?
«I sintomi si manifestano comunemente durante la notte, poiché gli acari trovano nell’ambiente domestico, ed in particolare proprio nei nostri letti, le condizioni ambientali (umidità e temperatura) ed alimentari (squame cutanee) maggiormente favorevoli alla loro crescita, contribuendo così ad incidere negativamente sulla qualità della vita dei soggetti allergici. Oltre che nei materassi, trovano un ambiente favorevole anche nei tappeti, nella moquette, nei divani, nelle librerie e nelle scaffalature».
L’allergia può favorire l’insorgenza di asma?
«Secondo gli studi, chi è allergico agli acari della polvere ha un rischio di diventare asmatico significativamente superiore rispetto ai non allergici. Inoltre, il rischio di sviluppare l’asma bronchiale tende ad aumentare se non viene adeguatamente trattata la rinite allergica. Risulta quindi determinante sottoporsi ad un opportuno iter diagnostico e e ricevere il corretto trattamento nel più breve tempo possibile».
Come si fa la diagnosi?
«La diagnosi dell’allergia agli acari della polvere prevede anzitutto una corretta anamnesi (raccolta delle informazioni riguardanti i sintomi e le condizioni in cui si manifestano), seguita dall’esecuzione dei test allergologici cutanei (prick test) ed eventualmente laboratoristici (ricerca delle IgE specifiche nel sangue). Il prick test prevede l’applicazione di alcune gocce di allergene purificato (nel caso in esame, un estratto degli acari della polvere) sulla pelle, in genere sull’avambraccio, che viene successivamente punta con una lancetta monouso per favorire la penetrazione della sostanza attraverso gli strati più superficiali della cute. Dopo circa 15-20 minuti si valuta visivamente l’eventuale reazione cutanea ottenuta in corrispondenza di ogni allergene precedentemente posizionato: in caso di allergia è possibile osservare la comparsa di rossore e gonfiore locale (pomfo), accompagnato da prurito. La ricerca delle IgE specifiche può essere utile per convalidare il risultato del prick test, e viene eseguita mediante un prelievo di sangue».
Quali consigli per prevenire l’allergia agli acari della polvere?
«Sebbene sia impossibile eliminare completamente la polvere domestica, ridurre l’esposizione agli acari della polvere può contribuire, in una certa misura, ad alleviare i sintomi dell’allergia. In particolare, è consigliabile: utilizzare materassi e cuscini con fodere in materiale anti-acaro; evitare coperte in lana, preferendo coperte in fibra sintetica; spolverare frequentemente gli ambienti domestici; utilizzare aspirapolvere (meglio se con filtri HEPA ad alta efficacia) o straccio umido; eliminare, per quanto possibile, tutta la mobilia, i complementi e le suppellettili che facilitano la deposizione di polvere, come tappeti, scendiletto, tendaggi pesanti e soprammobili, soprattutto in camera da letto; lavare spesso la biancheria del letto, ad una temperatura di almeno 60°C, che è in grado di uccidere gli acari della polvere; areare ogni giorno la casa aprendo regolarmente le finestre; utilizzare un deumidificatore o un condizionatore d’aria per mantenere l’umidità relativa a circa il 45% o inferiore, e una temperatura a 22° o inferiore».
Quali sono le opzioni terapeutiche?
«La terapia farmacologica prevede principalmente l’utilizzo di antistaminici e corticosteroidi, da assumere per via orale, nasale, oculare o inalatoria, eventualmente associati a broncodilatatori. Molti pazienti affetti da allergia agli acari della polvere non riescono, però, ad ottenere una completa risoluzione dei sintomi attraverso la combinazione di farmaci e bonifica ambientale. Inoltre, la suddetta terapia farmacologica non è in grado di eliminare la sensibilizzazione all’allergene, per cui i sintomi tendono a manifestarsi puntualmente alla sospensione della terapia. Pertanto, spesso è possibile valutare il ricorso alla immunoterapia allergene-specifica».
Quali benefici dall’immunoterapia allergene-specifica?
«È un trattamento a lungo termine che ha l’obiettivo di rimodulare la risposta del sistema immunitario all’allergene, riducendone la sensibilizzazione e conseguentemente eliminando i sintomi alla radice, o quantomeno limitandone la gravità. La desensibilizzazione viene ottenuta somministrando con regolarità piccole quantità di un estratto purificato dell’allergene, così che il sistema immunitario del paziente si ‘abitui’ progressivamente a tollerare l’allergene stesso. La somministrazione può avvenire per via sottocutanea o sublinguale».